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Quell’equilibrio possibile tra radici e ali.

Pare non volesse accettare il prestigioso incarico di Pontefice, poi lo assunse pienamente: tra giubilei, aperture di porte sante e memorabili opere di bene trovò, anzi, il tempo di abbellire l’Urbe grazie al supporto dello scultore Bernini, suo contemporaneo, e di cristianizzare il Colosseo definendolo luogo dei martiri della fede. Era il 1670 quando papa Clemente X istituì una ricorrenza che celebriamo ancora oggi: la giornata degli angeli custodi, da celebrarsi ogni secondo giorno del mese di ottobre. E non a caso, ad ottobre, scegliamo di affrontare la tematica delle creature angeliche con Giusy Samburgo, una studiosa del settore, che intrattiene con loro, per fede e lungo esercizio, un rapporto molto speciale.  

Sono gli intermediari di Dio, presenti in tutte le religioni non solo in quella cristiana, e ciò nonostante non è necessario appartenere a un credo per stabilire una relazione con loro.

Secondo la tua esperienza è possibile entrare in comunicazione con gli angeli?

Capire meglio chi sono, conoscerli, è il primo passo per stabilire come muoversi, trovare una strada. Si parla molto di angeli ma non sempre è chiaro cosa siano. Poi le possibilità di approccio sono tante, occorre trovare quella giusta per noi. Gli angeli sono entità (a differenza ad esempio degli spiriti guida) che non hanno mai sperimentato l’incarnazione, ci proteggono sin dalla nascita, e il loro compito è quello di aiutarci a realizzare lo scopo evolutivo della nostra anima. Non avendo materia hanno una vibrazione diversa dagli esseri umani, più veloce e leggera della nostra che è lenta e densa, ecco perché non è semplice entrare in contatto col nostro protettore senza alzare la nostra vibrazione.  

In che modo tu riesci ad avvertirne la presenza intorno a te?

La semplicità è un ottimo punto di inizio, perché gli angeli sono creature semplici. Così io, personalmente, cerco di raggiungere uno stato di tranquillità interiore, preparando intorno a me un ambiente sereno: una candela accesa, essenze profumate, un luogo immerso nel silenzio possono aiutare molto. Poi mi concentro sul respiro e in uno stato meditativo inizio a parlare con loro, come farei con un amico, confidando le mie difficoltà, certa della loro presenza. Molto spesso durante queste preghiere ricevo dei segnali, piccole scie di luce, una carezza sulla spalla, c’è poi chi sente misteriosi profumi o vede piccole piume sul suo cammino. Non ricevere questi segnali non indica tuttavia l’assenza dell’angelo, le nostre preghiere anche quando non sono accolte, vengono sempre ascoltate.

Quali preghiere a tuo avviso non sono accolte e perché? È possibile per gli angeli intervenire nelle vicende umane nonostante la sacralità del libero arbitrio?

L’angelo custode può intervenire spontaneamente in situazioni eccezionali, solo quando siamo in pericolo di vita, in caso contrario è necessario chiedere il suo intervento, questo gli consente di non violare il nostro libero arbitrio. Non è detto che ogni nostra esigenza venga accordata, soprattutto se quanto chiediamo proviene dall’Ego e contrasta con il nostro sviluppo spirituale. È importante formulare correttamente le proprie richieste, chiedendo agli angeli di sostenerci e fornirci i corretti strumenti per affrontare una situazione, affidandoci poi, in relazione al “modo” alla loro sapienza. Occorre fidarsi, dare “carta bianca” agli angeli poiché ascolteranno sempre una richiesta che mira, innanzitutto, al nostro bene.  Gli angeli ci aiutano costantemente, se interpellati, anche nelle nostre relazioni con gli altri, Papa Giovanni XXIII diceva che prima di andare a colloquio con altre persone mandava in avanscoperta il suo angelo in modo che parlasse con gli angeli delle persone con cui doveva interloquire in modo da agevolare la comunicazione, e renderla trasparente e distesa. Non conoscevo ancora questo aneddoto quando iniziai a utilizzare questo metodo nella mia quotidianità: prima di un colloquio di lavoro, ad esempio. È una tecnica molto semplice che tutti noi possiamo sperimentare.

Vuoi raccontare ai nostri lettori un episodio della tua vita in cui hai sentito una presenza angelica al tuo fianco?

Farò di più ne racconterò due, che sono arrivati nella mia vita in seguito a una costante attività di preghiera e di esercizio quotidiano. Il primo poteva di certo concludersi tragicamente, il secondo fa invece sorridere. Mi trovavo su un autobus, ed ero molto stanca, quando ho sentito una voce intimarmi di spostarmi, non ho ragionato, ho eseguito il comando, e poco dopo è esploso il finestrino, proprio nel luogo in cui mi trovavo prima, a causa di un incidente. In quella situazione ho avuto prova della protezione che gli angeli ci riservano.  Il secondo episodio è divertente, ero in casa con l’incombenza di appendere un quadro alle pareti e decisi di affidare a mia sorella il compito di piantare il chiodo, la parete scelta era però costituita da mattoni, così il chiodo non riusciva ad entrare e l’intonaco stava già venendo giù: chiesi a mia sorella di smettere, ma lei continuava tenacemente. Mi rivolsi allora esasperata al mio angelo custode chiedendogli di pensarci lui, e in quel momento scorsi dietro mia sorella la sagoma di un uomo che martellava con impeto guardandomi divertito per un istante. Era un essere non alato, bruno, dal volto simpatico, con un sorriso canzonatorio: non aveva i classici tratti dell’angelo. La visione durò un istante, mi colpì ed emozionò il suo sguardo complice, la sua presenza nella mia vita anche in un momento di grande semplicità, nel mio quotidiano. Inutile dire che il chiodo entrò immediatamente e perfettamente nel muro. Questi sono solo due tra i molti episodi legati agli angeli che caratterizzano la mia esistenza. Ecco perché oggi mi sento di dire non io credo, ma io so.     

Sei anche un’esperta nell’arte di leggere i tarocchi, dando un’interpretazione non divinatoria ma psicologica. Esiste un’interazione tra questa tua capacità e le esperienze con le creature angeliche?

Spesso prima di iniziare una lettura io chiedo al mio angelo custode di aiutarmi nel relazionarmi correttamente con la persona che andrò a sentire, e di riuscire ad avere le giuste intuizioni. Anche i tarocchi diventano un canale di comunicazione con gli angeli, prova ne è che molto spesso dimentico le letture a distanza di poco tempo, questo potrebbe essere segnale di canalizzazione, il fatto cioè che il messaggio provenga, attraverso le mie labbra, da una fonte più alta. Anche i tarocchi che ho molto studiato e approfondito sono parte del mio cammino, una strada in grado di collegarmi alla mia interiorità, e sebbene nella cristianità non siano visti positivamente, io non la penso così. Ad esempio utilizzo spesso le carte dei settantadue angeli della cabala, ognuno di essi può aiutare l’uomo in una determinata situazione.  Ogni cosa nell’esistenza può avere una funzione positiva, in base all’utilizzo che ne facciamo, c’è ad esempio chi presta attenzione ai numeri poiché le sequenze numeriche possono essere parte della comunicazione angelica cosi come, tra i segnali più materiali, l’imbattersi inaspettatamente in piume o monete. Una frase del talmud, libro sacro ebraico, ci ricorda che ogni filo d’erba ha il suo angelo, qualsiasi essere vivente può contare su una presenza angelica, non siamo soli, e questa è la cosa più consolatoria perché in qualsiasi momento, qualsiasi situazione noi stiamo vivendo, noi non siamo soli.

Dunque la tua vita sembra davvero popolata da presenze angeliche, grazie anche all’attenzione che presti quotidianamente all’invisibile. In che modo riesci a conciliare la dimensione spirituale con la vita ordinaria?

Nel tempo sono riuscita a dare il giusto spazio alla mia parte razionale e a quella spirituale. Un proverbio medievale ci ricorda che tanto più le nostre radici affondano nel terreno quanto più in alto possiamo andare. Se non abbiamo radici profonde infatti possiamo cadere facilmente, essere troppo radicati però non ci permette di andare in alto, ecco perché dobbiamo sempre cercare il giusto equilibrio. Non si può perdere il contatto con la terra. I nostri chakra devono essere in sinergia, tanto quelli più alti quanto quelli più bassi. Se c’è uno squilibrio qualcosa inizia a non funzionare bene. A volte nella spiritualità c’è una disattenzione per quello che è terreno ma noi siamo qui per fare un’esperienza sensibile e non possiamo distrarci da questo compito pensando solo allo spirito. La vera sfida dell’uomo è raggiungere la giusta armonia tra la nostra natura fisica e la nostra dimensione spirituale.

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