di Marina Malgioglio

Il mio incontro con la porcellana è avvenuto molto tempo fa. Come spesso accade per i nuovi amori anche il nostro è nato con “io non amo la porcellana” per poi sfociare in una passione sconfinata. E come per tutti gli amori non c’è una spiegazione razionale ma ci si lascia travolgere, in una alternanza di up&down che tiene vivo il rapporto. Sicuramente approfondire le origini della porcellana ha avuto un peso non indifferente: definita da sempre “oro bianco”, è un materiale antico, nobile e affascinante che nei secoli ha sfidato le menti di illustri alchimisti interessati a scoprirne la natura chimica dei suoi componenti e a sviluppare le diverse tecniche pittoriche.
Arte antichissima nata in Cina fu scoperta dagli europei grazie ai viaggi di Marco Polo. Considerata un bene di lusso accessibile esclusivamente ai sovrani fu oggetto di studi e di tentativi di riproduzione finanziati dalle case reali. Nacquero così, fra ricerca e casualità, le manifatture più prestigiose: Maissen, Limoges, Sevres …
Insomma una storia antichissima ed affascinante.
Anche il lato tecnico mi colpì particolarmente: di gran lunga più pregiata e resistente rispetto ad altri manufatti ceramici, la porcellana richiede a chi si approccia alla sua decorazione molta pazienza, oltreché conoscenza della materia e buongusto. A differenza delle altre tecniche infatti il decoro finale si ottiene con svariati strati di colore ognuno dei quali prevede un passaggio in forni appositi e ad alte temperature. La pittura viene effettuata sulla cristallina, cioè sulla superficie lucida dell’oggetto in porcellana. I colori, a base di ossidi e metalli, sottoposti a temperature che oscillano fra i 750° e gli 800° si inglobano così con la cristallina che, dopo il raffreddamento dell’oggetto, li catturerà in sé.
Spesso i colori sono composti da metalli preziosi e per i decori più classici vengono usati dei composti a base d’oro, d’argento o di platino. Si comprende dunque il perché dei costi elevati della porcellana dipinta a mano.
Via via che acquisivo sicurezza nella tecnica mi scoprivo capace di dare forma a fiori realistici e paesaggi minuziosi.
Rapita da questo mondo dal sapore antico mi impegno per farne conoscere la storia e il pregio. Ogni forma artistica andrebbe divulgata per fare riscoprire ad un mondo troppo abituato alla globalizzazione e all’appiattimento culturale il piacere dell’unicità e della maestria dell’uomo.

Foto copertina di Valentina Giuffrida

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