R. A. utilizza lo pseudonimo di Riccardo G. Palmieri, vive ad Ancona, lavora tra Abruzzo, Marche e Umbria come ispettore customer care nel settore vending di una S.p.A., è autore di “Souvenirs d’un jour” e del romanzo giallo “Un caso letterario”, scritto a quattro mani con Marina Malgioglio. Attualmente ha sottoscritto un contratto con un’agenzia letteraria per la pubblicazione del suo ultimo romanzo “Un manoscritto nel secrétaire”.
Vorrebbe presentarsi ai lettori di Spazi Esclusi, segnalando in particolare le influenze letterarie, o gli incontri che hanno lasciato traccia nella sua prosa?
Mi chiamo R. A. e sono Riccardo G. Palmieri. Due nomi? Uno all’anagrafe e uno per il personaggio che chiede di scrivere. Per salvaguardare la privacy familiare ho accettato il compromesso dell’utilizzo dello pseudonimo. Marito e padre di tre figli maschi. Ho un amore sconfinato per la storia del Novecento, l’arte, il cinema, il teatro, la musica e la scrittura. Lo scrivere è per me un salvagente, catartico e propedeutico. Scrivo storie che si incastrano con altre, modificano, rimandano ad altre idee; e vengono fuori in qualcosa di inatteso che, a guardar bene ciò che esce, è proprio quello che avevo necessità di raccontare. Rispetto alle tracce nella mia prosa non riesco a dire chi può averle lasciate, ma ho gradito molto la compagnia di autori come John Fante, Robert M. Pirsig, Umberto Eco, Carlo Emilio Gadda, Dante Alighieri, Omero, Cesare Catà, Pierpaolo Pasolini, James Joyce, Jeorge Luis Borges, Dario Fo e Corrado Malanga.
La scrittura è considerata molto spesso un’avventura solitaria, non soltanto per il lettore ma anche per l’autore, poiché la dimensione della collaborazione tra figure professionali e della fruizione estetica, con relativo dibattito, diventa centrale solo in una seconda fase del lavoro. L’esperienza della scrittura a quattro mani che ha condotto con Marina Malgioglio (“Un caso letterario”, 2020) sembrerebbe smentire questa visione e suggerirne un’altra più improntata verso il lavoro di squadra. Quale valore aggiunto comporta questa modalità artistica?
Con Marina siamo riusciti a trovare un feeling speciale, ci siamo divisi i compiti e abbiamo lavorato in squadra. Il valore aggiunto dell’essere in due a scrivere un romanzo è quello di avere subito un lettore critico che sprona l’altro autore a fare del proprio meglio.
Esiste un ricordo, o un’immagine, ancora presente nella sua memoria, in grado di raccontarci emotivamente la sua decisione di esprimersi attraverso il canale artistico della scrittura?
La scrittura nasce dalla lettura, mi piace immaginarla come la sua primogenita, e credo sia stata concepita con il Signor Fantasio. Ricordo bene che fin da piccolo amavo disegnare e scrivere storie sopra e sotto i miei disegni. Era il mio modo di riprodurre e personalizzare i primi libri illustrati che avevo iniziato a leggere.
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Agnese Fildi
15 Aprile 2024 — 17:02
Curioso come a volte ci si sente in sintonia,attraverso una lettura.Sembra a volte che avessimo viaggiato insieme.