Tre domande a Marina Malgioglio, redattrice di Spazi Esclusi (cura la rubrica Pensieri insonni), autrice dell’opera “Un caso letterario”, pubblicato nel 2020, e scritto a quattro mani con Riccardo G. Palmieri.
Da cosa nasce la sua passione per la scrittura?
Da che io ne abbia ricordo ho sempre cercato di dare voce ai moti dell’animo. È stata ed è una continua ricerca di una strada per estrapolare e poi dare corpo a quel sentire che ho dentro. La via dell’espressione artistica è stata l’unica possibile, dapprima, ed ancora oggi, con la pittura e poi con la scrittura. Complice la mia immancabile insonnia le parole hanno iniziato a sgorgare come un fiume in piena dando vita a quelli che ho sempre chiamato Pensieri Insonni e che custodivo gelosamente nei miei quaderni. Poi durante il primo lockdown la svolta: la forzata interruzione di ogni contatto sociale da un lato e l’invito da parte di Riccardo G. Palmieri, amico virtuale di Facebook, prende corpo l’idea di scrivere insieme un libro. Un’esperienza sicuramente fuori dagli schemi in cui l’apporto narrativo di uno si è fuso perfettamente con quello dell’altro. Una prova di vera collaborazione e grande umiltà da parte di entrambi, aperti alle critiche sempre costruttive. In fondo, se si vuole, un esempio di come il social possa essere veicolo di conoscenza e arricchimento. Dopo l’uscita del libro ho ripreso a dare voce ai miei pensieri che spero di riorganizzare e ho iniziato a scrivere un libro: spero che entrambi questi lavori vedano al più presto la luce.
A quali categorie di persone si rivolge attraverso il suo lavoro?
“Un caso letterario” è all’apparenza un classico libro giallo ma in realtà è un viaggio nelle profondità dell’animo umano. Ogni personaggio mette in luce la sua interiorità ed il lettore può riconoscersi ora nell’uno ora nell’altro. La solitudine dell’uomo moderno, la difficoltà di interazione con gli altri, il poco amore per se stessi, sono note comuni ad ogni personaggio che appare al contempo buio e pieno di luce. Così come per i miei Pensieri anche il libro si rivolge quindi a chi non abbia paura di indagare il proprio animo, pronto ad affrontare quelle parti del proprio interiore tenute sopite o addirittura negate, pronto ad usare la lettura come chiave per aprire quelle porte.
Quali sono i temi e i messaggi portanti della sua opera, dalla sua prospettiva di autrice?
Le mille sfumature dell’animo umano, la percezione della realtà in modo oggettivo e a volte persino brutale, sono da sempre oggetto del mio scrivere. La definirei quasi una necessità. Un tuffo negli abissi ma con un fondo di luce sempre presente: senza addentrarci nella nostra oscurità non saremmo in grado di riconoscere la luce che emaniamo.
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