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Io combatto con le armi dell’artista!

Il 2 novembre del 1975 muore Pier Paolo Pasolini. Un omicidio violento avvenuto in circostanze ancora oggi poco chiare. Poeta, romanziere, pittore, regista che ha pagato il suo essere anti-convenzionale, scomodo, provocatorio e profetico. Oggi, la memoria di Pasolini va oltre il concetto di contemporaneità. Avrebbe sicuramente disprezzato il perbenismo frenato del politicamente corretto! La sua feroce critica alla società dei consumi, rappresentata come una vera e propria malattia del nostro tempo. La nascita delle regole di mercato con la sua globalizzazione neocapitalistica che inghiotte tutto e soffoca. Le sue opere spesso intrise di tristezza e affaticamento, alla ricerca di una verità emotiva che viene sempre ostacolata. Cosa lascia Pasolini? Forse, quella lotta urlata e silenziosa che parte dal basso. La necessità di un cambiamento e quella di trovare spiriti affini attraverso le armi di Pasolini: il teatro, il cinema, la letteratura, la pittura ed infine il filo conduttore che muove tutto: l’amore! E poi, gli occhi degli artisti che lo omaggiano tenendolo sempre in vita. Vogliamo ricordarlo attraverso gli occhi sensibili di Nicola Costa, attore registra, drammaturgo e direttore del Centro Studi Teatro e Legalità di Catania che punta i riflettori su temi di denuncia sociale e lotta alla mafia ed inoltre da anni omaggia Pasolini con il suo “Solo l’amore conta”. Un viaggio emotivo e rivoluzionario che inizia con estratti dello stesso Pasolini per poi concludersi con un epilogo amaro e disarmante scritto dello stesso Nicola Costa. In una breve intervista chiediamo, perché solo l’amore conta? “Non è una massima retorica ma una filosofia di vita! È il viaggio decennale in cui ho osservato questa vita attraverso l’esperienza, la letteratura e l’arte del teatro. Il tema dell’amore è sempre stato ricorrente in tutte le opere d’arte ma soprattutto si trova celato in ogni angolo di strada. Ecco perché solo l’amore conta!“. Quanto è attuale il pensiero di Pasolini oggi, soprattutto per un artista che vive il territorio catanese? “Pasolini è stato uno straordinario precursore dei tempi, un profeta, che ha parlato di consumismo in un tempo in cui questo termine era raro. Un uomo che ha anticipato i tempi ed ha dovuto fare a pugni nel corso della sua vita. In questo Pasolini fu un uomo di grande coraggio in cui tutto era bloccato dalla censura ma che non ebbe il timore di manifestarsi intellettualmente, artisticamente e politicamente. Il territorio catanese, ma in generale tutto il mezzogiorno e sud del mondo sembra essere bloccato e censurato da se stesso. Esiste invece un sottobosco di forte volontà che si intravede nelle vecchie e nuove generazioni, a mettere tutto in discussione con la volontà di denunciare e urlare al cambiamento. L’arte in questo è un volano importante. Pasolini nel percorso di studio e di vita di un artista catanese è questo! Uscire da quella dimensione di arretratezza culturale e quei principi che molto spesso ci portano a convivere con mentalità mafiose. Serve un cambiamento e tutti quei processi come i progetti di teatro e legalità di cui lo spettacolo di Pasolini fa parte

“Nulla muore mai in una vita. Tutto sopravvive. Noi, insieme, viviamo e sopravviviamo. Così anche ogni cultura è sempre intessuta di sopravvivenza” Pier Paolo Pasolini.

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