“I have a dream!” Il sogno alla base dei diritti fondamentali di uguaglianza e pace. Sì, perché i diritti universalmente condivisi nascono proprio da un sogno che sia reale o metafisico. L’impulso dei grandi riformatori della storia, dai diritti civili a quelli universali, parte da una visione onirica e trascendente. Così le visioni individuali diventano ideali collettivi di quel sentire comune e sociale, che sente il bisogno di protezione e tutela. In questo modo il sogno comune si trasforma in impegno e intervento legislativo affinché diventi finalmente reale. Dunque, il legislatore filtra un concetto, lo struttura facendolo diventare legge, e quel diritto è finalmente fissato sulla carta! Ma i sogni di pace e uguaglianza trovano risveglio non in senso solo formale ma soprattutto sostanziale. Un sogno che ha ispirato molte Nazioni impregnando le Carte costituzionali ed i trattati internazionali di ideali di convivenza pacifica. Lo Statuto delle Nazioni Unite inizia con “Noi, popoli delle Nazioni Unite, decisi!” Ponendosi come obiettivo l’impegno di mantenere la pace e la sicurezza internazionale. Decisi a tramutare un sogno in realtà “… a riaffermare la fede nei diritti fondamentali dell’uomo, nella dignità e nel valore della persona umana, nella eguaglianza dei diritti degli uomini e delle donne e delle nazioni grandi e piccole, a creare le condizioni in cui la giustizia ed il rispetto degli obblighi derivanti dai trattati e dalle altre fonti di del diritto internazionale possano essere mantenuti, a promuovere il progresso sociale ed un più elevato tenore di vita in una più ampia libertà… ”. Eppure, abbiamo una memoria troppo breve, limitata che tende a dimenticare e diventa cieca davanti alle cicatrici della storia. La nostra stessa costituzione, oggi calpestata e tanto bistrattata, nasceva come riscatto e risveglio, intrisa delle più nobili convinzioni. L’art. 11 della Costituzione ci ricorda che “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”. Malgrado ciò, non tutti i sogni sono condivisi! Facciamo costantemente i conti con il lato più oscuro delle persone, con interessi economici e geopolitici che disintegrano in un attimo gli sforzi fatti nel tramutare quel sogno in realtà. Ci siamo adagiati sugli sforzi degli altri, e sulle spalle di una storia solo letta e mai fondamentalmente capita! A questo punto, forse, senza falsa retorica o buonismo da quattro soldi, dovremmo svegliarci tutti ritrovando un coraggio condiviso perduto nel tempo, quello di resistere insieme e agire con lucidità chirurgica. 

“…Milioni di uomini, donne, bambini disperati, vittime di un sistema che impone agli uomini di segregare, umiliare e torturare gente innocente. A coloro che ci odiano io dico: non disperate! Perché l’avidità che ci comanda è soltanto un male passeggero, come la pochezza di uomini che temono le meraviglie del progresso umano. L’odio degli uomini scompare insieme ai dittatori. Il potere che hanno tolto al popolo, al popolo tornerà…”  (Charlie Chaplin, film Il Grande dittatore del 1940)

Foto copertina di Valentina Giuffrida

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