Quante volte abbiamo aspettato un autobus che non passava mai! Eppure, capita che l’autobus arrivi in perfetto orario. Donne e uomini che aspettano alla fermata del bus per ritornare a casa dopo una lunga giornata lavorativa. Può capitare che sia pieno, nessun posto a sedere e percorrere tutto il tragitto in piedi, può capitare anche che sia ancora vuoto e poi si riempia pian piano. Che fortuna! Puoi sederti liberamente dove vuoi, guardare fuori dal finestrino e perderti in ogni pensiero. Però, se invece hai vissuto nell’America degli anni ’50, dove le leggi imponevano la segregazione razziale nei luoghi pubblici, sedersi nel posto “sbagliato” significava l’arresto. Il principio da seguire era infatti “separati ma uguali”. I neri dovevano sedere nelle ultime file, davanti i bianchi e i posti centrali erano misti, tuttavia bisognava garantire la precedenza ai bianchi che restavano in piedi.

Il primo dicembre del ’55, Rosa Parks, donna afroamericana di Montgomery, dopo una lunga giornata lavorativa, aspettava pazientemente alla fermata del bus per ritornare a casa. Salì sull’autobus numero 2857 della Montgomery city lines, pagava il biglietto e prendeva comodamente posto. Il bus iniziava a riempirsi e alla fermata successiva, non essendoci più posti liberi, l’autista intimava di lasciare il posto ai bianchi rimasti in piedi. Rosa Parks si rifiutava di alzarsi, rispondendo con un semplice e dignitoso “no”! A quel rifiuto, il conducente chiamò la polizia e Rosa veniva arrestata. Incarcerata con l’accusa di “condotta impropria” per aver violato “l’articolo 6, sezione 11, del Montgomery City Code”, veniva scarcerata dopo poche ore. In un periodo di grande fermento, la notizia dell’accaduto si diffuse velocemente, e Rosa Parks divenne ben presto un’icona non violenta di lotta del movimento per i diritti civili. Sulla scorta delle associazioni e dei movimenti a tutela dei diritti civili, iniziava una protesta non violenta con azioni pacifiche per evitare scontri e rappresaglie. Vennero stampati e distribuiti volantini che invitavano la popolazione afroamericana a boicottare i mezzi pubblici di Montgomery, paralizzandolo di fatto un intero sistema! Protesta, civile e politica, che incontrava il favore non solo dei diretti interessati ma di tutta l’opinione pubblica. Nel 1956, il caso di Rosa Parks arrivò alla Corte Suprema degli Stati Unti che abolì la legge di segregazione sui mezzi pubblici dichiarandola incostituzionale. Rosa Parks diventava “The Mother of the Civil Rights movement”, simbolo pacifico di lotta non violenta, difesa e riconoscimento dei diritti di un’intera collettività.

“Le persone dicono sempre che non ho ceduto il mio posto perché ero stanca, ma non è vero. Non ero stanca fisicamente o non più di quanto non lo fossi di solito alla fine di una giornata di lavoro. Non ero vecchia, anche se alcuni hanno un’immagine di me da vecchia allora. Avevo 42 anni. No, l’unica cosa di cui ero stanca era subire” (Rosa Parks)

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