Chi non si è trovato spiazzato dai personaggi decisamente “in carne” dell’artista colombiano Fernando Botero? Scomparso recentemente quest’artista nato nel 1923 ha creato uno stile personalissimo con il suo “boterismo”. Il suo immaginario si popola di personaggi, cose e animali, dove le forme esplodono in una sorta di esuberanza gommosa. Aveva ventiquattro anni quando disegna un mandolino dalle forme decisamente “rotonde”, gonfio come un palloncino che sfidando la realtà con un’abbondanza visiva inusuale, gli cattura l’attenzione e apre l’immaginazione. Il suo stile eccentrico porta così anche l’osservatore in un mondo surreale e paradossale, dove la normalità è ribaltata e le dimensioni sono rese obsolete. Botero si appassionerà a quelle forme sfalsate trovandole addirittura sensuali. Inizia a ingrassare tutto, nessuno è magro nel suo mondo ma le figure sono imponenti, ingombranti e conferiscono un aspetto caricaturale e spesso umoristico ai suoi soggetti. L’abbondanza porta immediatamente alla mente positività, energia, desiderio e i suoi temi rimandano proprio alla sensualità, intesa non come pulsione sessuale ma come sinonimo di piacere. I suoi dipinti esplorano l’umorismo, la satira sociale e la critica politica. In molte delle sue opere, infatti, Botero rappresenta metaforicamente la società e i suoi eccessi e le sue figure obese possono essere viste come una critica per l’abbondanza, il consumismo e l’ingordigia presenti nelle nostre società. Botero ha affermato che ha scelto figure sovradimensionate perché crede che abbiano un riconoscimento universale e che queste opere sono apprezzate in tutto il mondo perché le figure obese possono rappresentare una varietà di emozioni e situazioni che le persone possono riconoscere indipendentemente dalla loro cultura. L’artista non ha paura di stravolgere la realtà e ci insegna così che l’arte può essere stravagante, bizzarra e, allo stesso tempo, profondamente significativa. Celebrazione, dissacrazione, turbamento o allegra visione? Che siate amanti dell’arte o semplicemente alla ricerca di una dolce fuga dalla realtà, la pittura di Botero è un banchetto per gli occhi che vale la pena esplorare e assaporare in compagnia di commensali di “buona forchetta”.

F.Botero, Gato, 1990
F.Botero, Monalisa, 1978
F.Botero, The dancers, 1987
F.Botero, Gente del circo, 2007

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