L’Osservatorio Internazionale Waste Watcher, ideato e diretto da un docente dell’Università di Bologna, contribuisce da diversi anni alla mappatura dello spreco alimentare su scala globale e attraverso il report “Il caso Italia” ha fatto una fotografia del nostro paese nel 2024. Risultato dell’indagine è stato un aumento dello spreco (soprattutto di prodotti deperibili come verdura e frutta) dell’8,5% rispetto al 2023. Per rimanere ancora in termini di cifre, questo incremento si è tradotto in quasi 81 grammi pro capite di cibo buttato al giorno ad un costo annuo di 126 euro e, complessivamente, di oltre 7 miliardi di euro in ambito domestico: più nelle grandi città che nelle piccole, più al sud che al nord della nostra penisola e più per le famiglie senza figli che per quelle con. I dati emersi sono preoccupanti dal momento che ci stiamo avvicinando al 2030, anno in cui i valori dello spreco alimentare dovrebbero essere significativamente ridotti secondo l’Agenda ONU.

Per incrementare la consapevolezza e incentivare buone pratiche, sempre grazie alla ricerca universitaria è nata Sprecometro, applicazione in grado di misurare in grammi lo spreco alimentare di ciascun individuo e di tradurre il suo peso in termini economici, ma anche di impatto ambientale. Ogni alimento, infatti, lascia un’impronta sull’ambiente: per fare degli esempi, l’impronta idrica riguarda la quantità d’acqua utilizzata, l’impronta carbonica riflette i gas serra emessi per il processo di produzione.

Tornando all’app virtuosa, una volta scaricata e completata la registrazione un questionario attende gli utenti per analizzare le loro abitudini di consumatori e il rapporto del singolo con lo spreco nel raggio temporale di una settimana. Rigorosamente in linea con l’Agenda 2030, con l’aiuto di Sprecometro è possibile fissare degli obiettivi di riduzione dello spreco e poi confrontarsi sul tema attraverso la creazione delle community. La stessa app offre spunti di lettura, informazioni e consigli per disincentivare ogni sorta di dissipazione da parte di chi cucina o consuma gli alimenti, anche attraverso la collaborazione degli chef più noti o di associazioni che puntano alla valorizzazione del cibo come Slow Food. Applichiamoci e avremo solo da guadagnarci.

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