Quante volte ci chiediamo quale sia lo strumento o la modalità più efficace per imparare l’inglese? In realtà può essere molto più semplice di quanto si pensi, poiché ad insegnarci l’inglese può essere la pop-music! In che senso? Diversi studi di glottodidattica predicano la validità delle canzoni come strumento didattico per l’apprendimento della lingua inglese, ma ve ne voglio parlare tramite le parole di chi ha fatto della pop music il suo motivo di vita. Sono orgogliosa e onorata di intervistare oggi Fergal Kavanagh!

Fergal Kavanagh

Ciao Fergal, grazie di essere qui, sono davvero entusiasta della tua presenza…e adesso: let’s start!Innanzitutto per chi non ti conosce ancora: chi è Fergal Kavanagh?                                       

È molto bello anche per me essere qui con voi oggi…beh in questa intervista mi piace definirmi solo “a song and dance man” citando il grande Bob Dylan.

Originale questa tua presentazione, ma alquanto modesta: Fergal è infatti un validissimo formatore di insegnanti di lingua inglese e un energico DJ. Ha insegnato presso l’Università “L’Orientale”di Napoli, e presso il British Council, ha condotto seminari di formazione per docenti in Italia, Germania, Spagna, Turchia, Bulgaria, Slovacchia, Irlanda e ha collaborato alla stesura di un libro di testo per studenti di lingua inglese di scuola secondaria di secondo grado; ma ciò che lo ha reso popolare è il suo progetto “Tune into English” di cui lui stesso ci parlerà. Fergal tu sei nato e cresciuto in Irlanda, quando e perché hai deciso di vivere in Italia?

Dopo essermi laureato ho deciso che volevo viaggiare e insegnare la lingua inglese era il modo più facile per farlo: per diversi anni ho insegnato in diverse scuole in Toscana (dove mi ero recato per trovare degli amici) ho collaborato a campus estivi, lavorando in radio di giorno e nei pub la notte! Poi decisi di cambiare stile di vita e mi approcciai al mondo dell’editoria iniziando a lavorare come consulente dell’attuale Macmillan; dopo alcuni tagli nella azienda, iniziai ad insegnare all’Università di Napoli e per il British Council come hai già detto tu, e a portare avanti la mia passione per la musica lavorando in radio e collaborando con ELI Editori. Dall’insieme di queste mie esperienze è nato il progetto “Tune into English.”

Questo progetto si basa su dei roadshow ovvero degli spettacoli itineranti per le scuole di tutti i livelli, dove tu metti in pratica delle lezioni alternative tramite l’utilizzo della musica. Puoi spiegarci un po’ meglio in cosa consistono questi roadshow?

Sono eventi che durano dai 90 ai 120 min rivolti a studenti di tutte le età, durante i quali si canta, si balla e si impara l’inglese!

Qual è il principio su cui si basa l’utilizzo glotto-didattico delle canzoni?

Il principio è quello delle 3 M: meaningful (significativo), motivating (motivante) and memorable (durevole). L’uso delle canzoni è infatti significativo nel senso di “pertinente” poiché molto vicino agli interessi e alle abitudini dei giovani (alcuni di loro sono letteralmente ossessionati dalla musica straniera!), di conseguenza risulta essere motivante e quindi stimolante e non per ultimo durevole, poiché anche quando finisce la lezione i ragazzi sentiranno ancora quella data canzone altrove e questo consoliderà le strutture che hanno appreso in classe.

Quali aspetti della lingua straniera si possono apprendere tramite le canzoni e quali abilità si possono sviluppare?

La musica entra nel subconscio velocemente e in modo sottile. Le canzoni sono molto flessibili: sono innanzitutto “lingua in uso”, tramite le quali puoi rivedere costrutti grammaticali, imparare nuove parole e fissarle più facilmente, migliorare la pronuncia, sviluppare le abilità di listening (tramite delle consegne specifiche che si assegnano) e di comprensione del testo, ma anche di interazione, potendo sfruttare le tematiche delle canzoni come spunto di conversazione. In quanto alle abilità che si possono sviluppare, considera, infatti, che il cervello è sempre alla ricerca di modelli ordinati, e trasmettergli delle informazioni all’interno di una cornice organizzata come accade nelle canzoni facilita l’apprendimento e il ricordare più facilmente. Inoltre, quando noi impariamo la lingua straniera, utilizziamo solo l’emisfero sinistro del nostro cervello (sede delle abilità linguistiche di base), mentre la musica arriva fino all’emisfero destro (sede delle abilità interattive) incrementando il potenziale degli studenti.Infine, l’atmosfera positiva che l’uso delle canzoni crea in classe è un altro elemento determinante: per me è molto importante che i miei studenti si divertano perché questo rafforza e stimola il processo di apprendimento. Quando concludo i miei spettacoli emetto un gran respiro e dico a gran velocità: “Il mio obiettivo è stato di aumentare la vostra consapevolezza di come la musica vi può aiutare ad imparare la lingua – spero di essere riuscito!”

Il titolo dei tuoi spettacoli è “Tune into English” (sintonizzati sull’inglese), cosa vuoi esprimere tramite questo slogan?

Ti sintonizzi su una radio, su uno strumento, diciamo che ricerchi il suono migliore. Quindi sintonizzarti sull’inglese significa predisporre il tuo cervello alla lingua usata nelle canzoni; l’utilizzo della preposizione di movimento into piuttosto che lo statico in to, vuole indicare il trasporto, l’immersione totale nel mondo della musica e della lingua in cui è espressa.

Come reagiscono gli studenti ai tuoi spettacoli?

Per loro è una lezione alternativa, diversa, entusiasmante! All’inizio sono un po’ timidi, ma man mano si sciolgono e finiscono tutti per cantare e ballare.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Da quindici anni svolgo questo progetto, ho portato i miei spettacoli in dieci paesi di tre diversi continenti ed attualmente sono in trattativa per portare il mio spettacolo in nuovi territori…del resto ho sempre amato coniugare il lavoro con il viaggiare! A questo punto non mi resta che ringraziare Fergal e augurargli un grosso in bocca al lupo.

Tune into English, presso Is “G.B Vaccarini” di Catania.
Targa consegnata a Fergal dalla scuola “Don Bosco” di Valverde del Camino, come ricordo dello spettacolo.