Se dico “Halloween”, cosa vi viene di pensare a primo impatto? Trick or treat (“scherzetto o dolcetto”) zucca gialla, morti viventi, feste in maschera, addirittura carnevale! Eh sì, una bella miscellanea di idee vige attorno a questa famosissima festività! Tanta confusione infatti è stata fatta nei secoli, perché, si sa, l’espansione temporale e geografica dei fenomeni porta con sé l’alterazione di informazione, significati e pratiche. La prima confusione riguarda proprio le origini della festa che non sono americane come molti pensano, ma britanniche, addirittura celtiche. I Celti furono i primi abitanti delle isole britanniche di cui abbiamo notizia (700 a.C.) e proprio loro festeggiavano la notte del 31 ottobre che segnava la fine dell’estate e l’inizio dell’inverno. Era una sorta di capodanno chiamato “Samhain” e si credeva che in quella notte gli spiriti maligni tornassero sulla terra a tormentare gli uomini; allo scopo di combatterli ci si travestiva da streghe e simili accendendo grandi falò che avrebbero tenuto lontano queste presenze. Con l’arrivo dei Romani (che per quanto dominatori furono in realtà molto attratti dalle pratiche magico-religiose dei Celti) la festa si evolvette, esprimendo la fusione tra le due culture che caratterizzò il lungo periodo romano nelle isole britanniche. La notte del 31 ottobre, infatti, diventò anche la festa del raccolto, durante la quale gli stessi Romani adoravano la dea Pomona per assicurarsi un buon raccolto per l’anno a venire. I colori e simboli della festa fanno riferimento a queste credenze: il nero simboleggia l’inverno che arrivava insieme alle sue lunghe notti buie e la paura legata alle presenze maligne, l’arancio della zucca simboleggia il colore del raccolto. L’arrivo del cristianesimo, sempre ad opera dei Romani che nel frattempo si cristianizzarono, introdusse una nuova festa religiosa cristiana, la festa di tutti i Santi (Ognissanti), celebrata il 1° novembre. Fu così che la notte celtica pagana del 31 ottobre divenne la vigilia della festa cristiana di Ognissanti. Ed ecco spiegata l’etimologia della parola Halloween, poiché il giorno dei Santi era indicato con “All Saints’ Day” detto anche “All Hallows’ Day” e di conseguenza il 31 ottobre divenne “All Hallows’ Eve” (Vigilia di Ognissanti), che nel tempo si evolvette in “Halloween”. Queste precisazioni mirano a distinguere una festa totalmente pagana, quella del 31 ottobre, da una totalmente cristiana, quella del 1°novembre che, a sua volta, precede la commemorazione cristiana dei defunti, che niente ha a che vedere con il ritorno dei morti viventi in cui credevano i Celti. La festa celtica diventata quindi britannica, fu poi esportata dagli inglesi che si trasferirono in America nei secoli successivi, diventando un must in tutta l’America. Negli ultimi decenni del nostro secolo la festa è stata esportata in tutto il mondo e proprio in Italia si è avuta “un’esplosione di Halloween”. In una società che finalmente si contraddistingue per il rispetto e l’accoglienza per le tradizioni altrui, ci si potrebbe tuttavia chiedere quale sia il senso di celebrare una festa figlia di una cultura e di una tradizione che non ci appartiene e che sradicata dalle sue origini viene svuotata di ogni significato.  Ancor di più lascia perplessi il trionfo di una festa estranea celebrata da estranei ai danni delle proprie tradizioni, visto che tra il 31 ottobre e il 2 di novembre si parla ormai solo di Halloween, accantonando sempre più frequentemente la festa dei nostri Santi in cielo e la commemorazione dei nostri cari defunti.

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