Pronti a partire per le vacanze? Pronti a parlare inglese? Ma soprattutto, siete sicuri di avere con voi tutti i documenti utili? Quando sfoggerete il vostro inglese, ricordate sempre che in tutte le lingue parte fondante e fondamentale della frase è il verbo, ovvero ciò che rappresenta l’azione, ciò che dà senso alla frase. Ebbene, conosciamo davvero i verbi, questi nostri compagni di viaggio? La risposta è: sì se siamo in possesso della loro carta di identità, cioè il paradigma. Il paradigma infatti è ciò che ci dice tutto quello che c’è da sapere su un verbo, poiché ci permette di coniugarlo in tutti i tempi verbali. In inglese il paradigma ha tre voci: la forma base (che ci indica il significato del verbo e si utilizza per ricavare ad esempio il simple present, ma anche il futuro, il condizionale ecc), il simple past (per parlare di azioni passate finite e determinate) e il past participle (che si usa per le altre forme passate composte, ad esempio il present perfect, past perfect, ecc). In inglese il paradigma del verbo ci indica poi la distinzione principale tra i verbi, cioè ci dice se sono “regolari” o “irregolari”, in quanto se la seconda e la terza voce sono -ed, risultano essere regolari, se invece hanno forme diverse da -ed, evidentemente sono irregolari (che non seguono appunto la regola della desinenza-ed). Ed eccoci giunti a quel rompicapo dei verbi irregolari! Le domande più frequenti che sorgono di solito sono: esiste un criterio per capire se un verbo è irregolare o regolare? Ed esiste un criterio per ricavare il paradigma dei verbi irregolari? La risposta in entrambi i casi è: no! Effettivamente, in passato, nell’antico anglo-sassone esisteva un meccanismo di coniugazione verbale che permetteva la creazione del paradigma dei verbi oggi detti “irregolari”, che in realtà erano i verbi forti, cioè i verbi “regolarmente” usati e coniugati secondo un preciso sistema. I verbi che oggi chiamiamo “regolari” erano invece i verbi deboli, una sorta di eccezione, cioè quei verbi che non riuscivano a formare il passato con le proprie risorse e quindi necessitavano dell’aiuto di una desinenza che in genere era -ed, -od. Questa tecnica iniziò poi ad essere applicata anche a tutti i verbi di nuova acquisizione/ formazione, o per fusione con altri vocaboli o presi in prestito da altre lingue straniere, in quanto risultava essere molto più semplice e adattabile. In questo modo si avviò l’inversione di tendenza, che portò ad un aumento graduale dei verbi “deboli” e ad una fissazione o cristallizzazione di quelli forti in un paradigma che, evolvendo la lingua, non è più possibile oggigiorno ricavare. Pertanto la regola è diventata quella dell’-ed, mentre i vetusti verbi forti sono diventati “irregolari”! In breve, se vogliamo sapere se un verbo è regolare o irregolare bisogna impararlo, consultando semplicemente il paradigma disponibile in qualsiasi dizionario e, nel momento in cui si apprende che il verbo è irregolare, bisogna imparare il paradigma a memoria! È qui che nasce il rompicapo per noi italiani! Il mio consiglio è quello di impararli per categorie, poiché ci sono i verbi irregolari che non subiscono alcun cambiamento rispetto alla forma base, vale a dire che hanno tutte e tre le voci uguali ( cut, cut, cut > tagliare), quelli che subiscono un solo cambiamento rispetto alla forma base  e quindi con due voci uguali su tre, di solito la seconda e la terza( make, made, made > fare, produrre, preparare), ma a volte anche la prima e la terza ( come, came, come > venire) e i verbi che subiscono due cambiamenti rispetto alla forma base e quindi hanno tutte e tre le voci diverse ( speak, spoke, spoken > parlare). Questo può già essere un aiuto per memorizzare, ma ancora più efficaci potrebbero essere le varie filastrocche cantate disponibili on line! Buon viaggio quindi e…. non dimenticate di portare le carte di identità!

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