Qual è la lingua più musicale al mondo? Moltissimi studiosi e poliglotti affermano che è proprio la nostra lingua italiana; eppure è innegabile quanto la lingua inglese determini il successo di moltissime canzoni, soprattutto di genere rock e pop. Nonostante le difficoltà fonetiche legate alla differenza tra fonemi e suoni, la lingua inglese fonde gruppi consonantici e vocalici in un insieme melodioso che rendono il brano particolarmente musicale. La musicalità della lingua inglese risale a molti secoli fa, quando durante il Medioevo si impose la ballata come composizione poetica dominante. Come dice lo stesso nome, la ballata era una composizione popolare e anonima accompagnata dalla musica e dalla danza. La musicalità del pezzo derivava sicuramente dall’utilizzo di musical devices mirate, come allitterazioni, assonanze, consonanze e soprattutto le frequenti ripetizioni di parole, parti di versi e interi versi, oltre al ritornello, frequentemente posto alla fine di ogni stanza, quest’ultima formata di solito da quattro versi (quartine). Anche l’utilizzo di uno schema di rima fisso contribuiva a rendere il brano musicale che veniva interpretato per intrattenere il popolo, sebbene l’argomento fosse sempre funesto (strano modo di intrattenere il pubblico!). La musicalità delle ballate medievali era tale che nei secoli successivi sono state poi recuperate. Con il fiorire del Romanticismo inglese, la ballata divenne una fonte di ispirazione, dovuto probabilmente alla rivalutazione del Medioevo, visto come un periodo lontano, oscuro e quindi misterioso e affascinante. La ballata romantica prese in prestito da quella medievale la maggior parte delle caratteristiche: oltre la struttura, la musicalità e l’argomento tragico, ad esempio recupera l’uso del discorso diretto e il gusto per gli elementi soprannaturali, per il vago e l’indefinito. Ovviamente si affermarono anche delle differenze, come la riconosciuta paternità delle opere, la forma un po’ più sofisticata del testo (essendo il pubblico non solo popolare) e soprattutto la finalità della composizione, che non era più quella di intrattenere il pubblico ma di trasmettere un messaggio morale o filosofico. Dal XX secolo in poi molti artisti hanno reinterpretato le ballate medievali e quelle romantiche, dimostrando come nonostante il cambiamento dei gusti e degli stili musicali, il testo resta comunque adattabile, prova della sua forte intrinseca musicalità. Potremmo fare svariati esempi di ballate folk o pop moderne, ma dovendo effettuare una cernita, soffermiamoci su due composizioni in particolare. “The Rime of the Ancient Mariner” di S. T. Coleridge, poeta romantico inglese, che attraverso il viaggio misterioso e travagliato del vecchio marinaio ci vuole insegnare l’amore per la natura, ha ispirato gli Iron Maiden. Nel 1984 la band pubblicò un brano omonimo che in 13 minuti circa racconta la storia ideata da Coleridge, riproducendo musicalmente le diverse atmosfere della lunga poesia, realizzando un vero capolavoro della musica heavy metal. L’altra ballata che non è stata semplicemente una fonte di ispirazione, bensì una trasposizione musicale moderna, è la famosissima ballata medievale “Geordie”. La poesia è stata sapientemente musicata per la prima volta in italiano nel 1966 dal grande Fabrizio De Andrè; con suoni dolci e malinconici la canzone ci racconta la storia di una donna che piange l’impiccagione del marito perché ha rubato 16 cervi del re (che nella canzone di De Andrè sono però diventati 6). Il testo italiano è la traduzione quasi letterale di quello inglese, ad eccezione della quinta quartina che viene cambiata dal cantautore italiano e della sesta quartina che è una traduzione libera del testo originale. L’esperimento di De Andrè conferma ancora una volta l’attualità della ballata, mantenendo la suddivisione in quartine e le caratteristiche stilistico formali del testo originale. Ma non è finita, poiché la versione di De Andrè fu poi a sua volta remixata nel 2002 dal DJ Gabry Ponte che, recuperandone una strofa in particolare, diede vita ad un grandissimo successo della musica dance del periodo.

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