L'informazione fuori dalle righe

Maschere.

Una maschera scegliamo.

La portiamo sul viso fino a confonderci con essa.

A volte in un breve istante intravvediamo il nostro vero volto:

pochi reggono senza abbassare gli occhi.

C’è cosa più difficile?

Chi può dire in tutta onestà di conoscere sé stesso?!

Crediamo di avere una certa idea di noi: individuati certi lati del nostro modo d’essere ecco che scegliamo quelli che ci appaiono i più gradevoli e li affiniamo, li miglioriamo, li esaltiamo persino. Essi divengono il nostro biglietto da visita per il mondo, per gli altri. Perché in fondo questo è ciò che ci muove: avere l’approvazione e la accettazione altrui.

E chi dice il contrario mente spudoratamente a sé stesso.

Poi può accadere che un evento, una persona, una parola detta a caso, squarci quella maschera. Accade all’improvviso, niente sentori ad avvertire che qualcosa di così traumatico sta per succedere. D’un tratto tutte le tue certezze crollano. Il terreno sembra non esistere più sotto i tuoi piedi.

Schopenhauer diceva che viviamo guardando la realtà attraverso un velo, che definì il velo di Maya.

Ecco, credo che quando il personaggio che interpreti per il mondo si disintegra succeda questo: cade quel velo che copriva lo specchio e tu ti vedi per ciò che sei.

Sorpresa.

Dolore.

Smarrimento.

Se davvero riesci a non distogliere lo sguardo, è questo insieme di sensazioni che si prova. A questo punto non ci sono molte scelte: o guarderai attentamente senza distogliere lo sguardo e ti prenderai cura con tenerezza e amore, di quelle parti che vanno affrontate o cercherai affannosamente di ricomporre quel velo, odiando chi o cosa ne ha causato la caduta. Ma per quanto ti prodigherai a coprire lo specchio, resteranno sempre delle zone lacere: la verità su di te farà per sempre capolino attraverso esse. Prima o poi capita a tutti. L’occasione viene data a tutti e andrebbe colta al volo.

“Le etichette ci danno l’illusione di poter comprendere il mondo. Le maschere ci danno l’illusione di poterci difendere dal mondo. In entrambi i casi sono una storia di poco contatto con la realtà e la realtà è sempre più bella di qualsiasi maschera” (Drusilla Foer)

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