Mentre in molte zone del paese o del pianeta i paesaggi perdevano rapidamente la propria identità, vittime della speculazione turistica, nell’arcipelago delle canarie alla fine degli anni sessanta, a Lanzarote, l’artista Cesar Manrique convinceva gli isolani ed investire nel turismo ecosostenibile promuovendo un modello d’intervento sul territorio in chiave di sostenibilità, impedendo di deturpare l’ambiente con costruzioni non adatte alla natura ventosa e vulcanica dell’isola. Oggi, grazie a lui, quest’isola forgiata dai venti è dichiarata dall’Unesco “Riserva della Biosfera”, ha una bellezza selvaggia ed è un eccezionale esempio di eco sostenibilità.
Cesar Manrique fu un artista poliedrico: pittore, scultore ed architetto. Nasce a Lanzarote, studia a Madrid e, dopo svariati anni trascorsi ad esporre in tutto il mondo, negli anni sessanta si trasferisce a New York, la mecca dell’arte all’epoca, dove si confronta con diverse realtà artistiche ed accoglie i movimenti d’avanguardia. Dopo aver esperito l’arte pittorica e plasmato la materia, nel 1966 ritorna definitivamente a Lanzarote per usare l’isola come tela su cui plasmare le proprie idee artistiche e di difesa dei valori ambientali. A Lanzarote Manrique sancisce un patto con la natura, elaborando un nuovo pensiero estetico: “arte-natura / natura-arte”, un concetto di arte totale in cui pittura, scultura, murales ed architettura vengono inseriti ed esaltati da scenari naturali.
Disegnatore urbanistico e paesaggista riesce a dialogare con il panorama, con gli elementi della terra, con i valori architettonici della tradizione locale e con le concezioni moderne. Manrique stupisce ponendo l’individuo non quale spettatore, ma artefice e complice di un equilibrio perfetto in cui luce, colore, spazi e suoni sono elementi impeccabilmente fusi nella creazione di un’ immagine e di una sensazione ammaliante.
Manrique gioca con la roccia, con il ferro, con il legno, con l’acqua e con il vento; indaga la qualità della materia e la adatta al territorio. Crea belvederi e giardini, case private ed edifici pubblici, centri culturali e sculture a vento che sono simbolo inconfondibile della passione dell’artista per l’isola e per la vita.
In una terra brulla in cui le poche case bianche spiccano fra il paesaggio scuro e ruvido di roccia lavica; là dove l’energia della natura non si esprime con la forza di piogge scroscianti né nel vigore di alberi e piante imponenti, ma nel vento, Manrique riesce a rendere questo elemento funzionale alla vita delle sue opere.
Il vento è parte dell’isola e ne condiziona l’architettura delle case e la vita degli abitanti che del vento ne conoscono e ne sfruttano le caratteristiche così come Manrique fa con le sue opere gestendo il vento e sembrandone apparentemente padrone.
Merito dell’artista Cesar Manrique se Lanzarote è ancora Nera, come le colate laviche solidificate; Bianca, come le tradizionali case in calce; Verde, come le piante grasse che tenacemente resistono alle intemperie; Blu, come il mare increspato che la circonda. Merito di Manrique se l’isola è una cura per l’anima: “L’austerità è una grande pedagoga e Lanzarote è un’ottima insegnante”, scrisse.

Il simbolo del parque natural Timanfaya, creato da Manrique, oggi simbolo dell’isola di Lanzarote
Lanzarote, costruzione a secco realizzata con roccia lavica
Lanzarote, scultura a vento realizzata da Manrique
Lanzarote, scultura a vento realizzata da Manrique
Lanzarote – grotta di scorrimento lavico presente nel jameos de agua complesso di grotte e tunnel vulcanici con sala da concerti sotterranea e lago salato
Guazita (Lanzarote) casita presente all’interno del jardin de cactus realizzato da Manrique in una vecchia cava e riconvertito in uno spazio residuale in cui si coltivano 1400 specie d
Nazaret (Lanzarote) dettagli di interni presenti nella casa realizzata da Manrique per Omar Sharif
Nazaret (Lanzarote) dettagli di interni presenti nella casa realizzata da Manrique per Omar Sharif

Foto di Paola Arcidiacono

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