Se un Don Giovanni italiano volesse invitare una bella Inglesina a cena, cosa dovrebbe dire? E se invece ci si trovasse a fare una controproposta? Se si volesse chiedere un parere? E se ci si trovasse in un paese straniero e si volesse sapere novità o informazioni su una situazione attuale?
Calma, calma, non andiamo in panico, perché la risposta è una sola: “ What about?”. Sì, perché ancora una volta la lingua inglese ci conferma quanto sia una lingua dal lessico eclettico e polivalente, dove con poche parole si riescono a dire svariate cose. “What about” è infatti un costrutto dalla mille risorse, che letteralmente significa “cosa a proposito di”, ma che in base ai contesti si può riciclare creativamente. Perciò il nostro Don Giovanni non avrà difficoltà a dire “What about a pizza?” (che ne dici di una pizza?), così come se ci viene proposto di fare qualcosa che non ci va e ci sembra poco gentile declinare l’invito, potremmo avanzare una controproposta: “Sorry, I don’t like cinema, what about a football match?” (Scusa, non mi piace il cinema, che ne dici di una partita a pallone?). Ancora, se ci troviamo nel mezzo di uno scambio di opinioni e dobbiamo chiedere un parere, senza tanti fronzoli diremo: “What about you?” (E tu? Che ne pensi?); e se volessimo avere degli aggiornamenti su situazioni che ci riguardano, ci basterà dire “What about the strike?” (Che mi dite dello sciopero?).
Si potrebbe continuare ancora a riportare infiniti esempi, ma basta ricordare che “what about” va seguito semplicemente dal sostantivo a cui si riferisce o se è accompagnato da un verbo, questo va messo nella -ing form. Perciò potrò dire semplicemente: “What about a pizza ?” o potrò indicare l’attività di fare qualcosa dicendo: What about having a pizza? (Che ne dici di prendere una pizza?) o “What about going to the cinema?” (Che ne dici di andare al cinema?).
Ancora una volta poi la musica ci viene in aiuto per esemplificare gli usi della lingua inglese. Basti pensare al grande Michael Jackson che nella sua amara e malinconica “Earth Song”, davanti ad una terra piangente per la deriva naturale e morale a cui è arrivata, si chiede “What about sunrise? What about rain? What about all the things that you said we were to gain? [..]What have we done to the world? […] What about all the peace that you pledge your only son? What about flowering fields? [..] What about all the dreams that you said was yours and mine?[..]” (Che mi dici/ che ne è stato dell’alba? E della pioggia? E di tutte le cose che mi hai detto avremmo guadagnato? Cosa abbiamo fatto al mondo? Che ne è stato della pace promessa al tuo unico figlio? E i campi fioriti? E che mi dici dei sogni che hai detto erano i nostri?). A questo punto: “what about it ?” ovvero “ voi, che ne pensate?”.

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