Che importa?

Se di menzogne hai fatto manto per l’anima?

Che importa?

Se il viso tuo cambia al cambiar del vento?

Se i passi tuoi calpesteranno cuori e anime?

Nessuno sai può esser qualcun altro molto a lungo.

Che prima o poi fa capolino il vero.

Spazio si fa fra melma e notte.

Piccolo raggio s’insinua ed esce.

Nessuno sai ci riesce a celar sé stesso sempre.

Uno cento mille volti.

Uno cento mille profili mi vien da dire.

L’evoluzione della specie si manifesta così: in questa insana follia di voler vivere mille vite pur di non vivere dignitosamente la propria, calpestando chiunque si soffermi un po’.

Inebriante moltiplicazione dell’ego.

In questa pubblica piazza il cantastorie dà il meglio di sé. Abili prestigiatori, impareggiabili illusionisti e attori inarrivabili danno sfoggio delle proprie doti sui social. La capacità di ingannare il prossimo è sfoderata spesso con eleganza, a volte con poca scaltrezza, ma il fine sembra essere sempre lo stesso: vivere intense emozioni fuori dai confini del quotidiano. Si inganna l’altro, si inganna chi ci vive accanto e si inganna pure se stessi. Insomma a quanto pare un gioco che non prevede vincitori e che può sfuggire di mano, così come ci dice la cronaca di questi ultimi giorni. Una perversione che nasce per soddisfare un ego frustrato e calpesta l’anima e che giustifica ogni azione, spostando così a piacimento quella asticella sottile che divide l’azione morale da quella immorale.

Così come d’altronde diceva già a suo tempo il Guicciardini

“Guardate quanto gli uomini ingannano loro medesimi: ciascuno reputa brutti e’ peccati che lui non fa, leggieri quegli che fa; e con questa regola si misura spesso el male ed el bene piú che col considerare e’ gradi e qualitá delle cose.”

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