L’estro della natura è sempre sorprendente, fragorosa o delicata da sempre fonte d’ispirazione artistica. Ispirandosi al creato, con un linguaggio inedito e dirompente, alla fine dell’Ottocento, l’architetto ed artista poliedrico catalano Antoni Gaudì si afferma con la sua impronta stilistica: uno stile singolare che si fonde a motivi gotici e moreschi, reinterpretandoli ed abbandonando i rigidi dettami della geometria, e che viene stimolato esclusivamente dalla natura, dalle sue forme morbide e sinuose, dalle paure che la sua irruenza può suscitare, dalla gioia che i suoi colori possono infondere.

Corteggiato dalla ricca borghesia barcellonese, Gaudì si dedica all’edilizia privata realizzando dimore bizzarre ed originali dove la sua esuberanza creativa dà vita ad atmosfere fiabesche. Ondulazioni, sporgenze e nicchie impreziosiscono palazzi che sembrano pulsare di vita propria: la facciata rocciosa di Casa Milà riproduce grotte naturali plasmate dalla forza erosiva del vento; il prospetto di Casa Batllò, decorato da mosaici colorati e iridescenti accuratamente disposti in modo da catturare il riverbero della luce, richiama la superficie del mare ed il movimento delle onde; ringhiere che sembrano ossa; tegole che appaiono come squame; minuziosi dettagli che riportano alla natura e che, come in una fiaba, talvolta confortano o altrimenti spaventano.

Appassionatamente impegnato anche sul fronte sociale Gaudì si dedica inoltre alla realizzazione di opere pubbliche a beneficio della città di Barcellona. Le mattonelle esagonali che coprono il marciapiede del Passeig de Gràcia, uno dei più grandi viali della città, sono un mosaico geometrico in cemento grigio in cui le decorazioni a rilievo rievocano conchiglie e fiori; l’illuminazione pubblica di Plaza Real è affidata a lampioni che presentano braccia su diverse altezze, come fossero rami di un albero, su cui l’artista ha fatto arrampicare piccoli serpenti e tralci di edera.

Le opere di Gaudì presentano ambienti magici e fantastici che si rincorrono attraverso i quartieri della città; passando da viali, piazze e parchi, si inseriscono armoniosamente nell’ambiente naturale e lo imitano con rinnovati elementi architettonici e decorazioni naif.

Quello di Antoni Gaudì è un “cantico delle creature”, una lode al creato ed un inno alle bellezze della natura, magistralmente eternato nella Sagrada Familia, la basilica ancora incompiuta divenuta ormai simbolo della città di Barcellona, alla cui realizzazione l’artista si dedicò fino ai suoi ultimi giorni di vita. Qui figure immaginarie si alternano a forme naturali che si intrecciano nella pietra in cui, fra torri affusolate che ricordano termitai o gocciolanti castelli di sabbia, vengono finalmente scolpiti, nella facciata della natività, i volti della sua fede.

Gaudì associa arte, architettura e credo, si fa cantore della creazione divina e della natura che considera la sua più preziosa maestra; la sua creatività non è solo innovazione o momento di rottura con il passato, ma è soprattutto espressione di una nuova idea che si confronta con le varie conoscenze ed esplora la curiosità. Mischia gli stili, reinterpreta le regole, esce dagli schemi consueti ed apre strade totalmente inedite; invoglia, chi si pone a cospetto delle sue opere, a vedere la realtà attraverso nuovi punti di vista… un genio!

Barcellona, panorama
Barcellona
Casa Batlló, ph. Paola Arcidiacono
Sagrada Família, particolare
Sagrada Família, particolare
Sagrada Família, particolare
Sagrada Família, modellino architettonico

Foto di Irene Giuffrida e Paola Arcidiacono

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