Vi siete mai chiesti perché, anche quando ci sforziamo di parlare benissimo e correttamente l’inglese all’estero, ci viene sempre chiesto se siamo italiani? Beh! Io una risposta me la sono data: perché siamo un popolo “foneticamente pigro”! Sì, proprio così…perché la pronuncia di una lingua straniera è anche una questione di fonetica. Il suono nasce da un’emissione di fiato dei polmoni, passa per la trachea per arrivare alla laringe, sede delle corde vocali e passa attraverso la faringe che funge da cassa di risonanza. A questo punto viene prodotto il suono dall’articolazione della bocca, la lingua, le labbra e i denti. Ma non sempre questi si muovono allo stesso modo per produrre lo stesso fonema; da una lingua all’altra questo può cambiare e se non ci si attiene alla modalità della lingua oggetto, produrremo una parola corretta nella pronuncia ma foneticamente italiana. Mi spiego meglio: provate a pronunciare la parola table, adesso provate a pronunciarla nuovamente portando la lingua sugli alveoli (cavi da cui nascono i denti) invece di portarla sulla estremità finale dei denti…vi renderete conto che avrete pronunciato la stessa parola ma in modo inglese! Questo perché il fonema |t| in inglese è un suono alveolare e non dentale come in italiano. Facendo attenzione a pochi accorgimenti si può essere capaci di una pronuncia molto più inglese. Ne cito alcuni, quelli che secondo me, fanno la differenza reale tra l’inglese e l’italiano e accanto ad essi una parola tipo per potervi esercitare: oltre alla già citata italiana dentale |t|citiamo la |d| che anch’essa in inglese diventa alveolare: dog;  la|r| italiana vibrante che in inglese diventa palatale ( la lingua si porta verso il palato duro): rose ; le italiani bilabiali |p| e |b| che in inglese ad inizio di parola diventano leggermente esplosive: power, bottle; la gutturale italiana |g|( la lingua si porta verso il palato molle) che in inglese in presenza della nasale |n|si nasalizza: reading ; e poi non poteva mancare l’interdentale |th|( la lingua si pone tra le due arcate dentarie) sorda e sonora, assente in italiano e spesso sostituita con fonemi simili, pur di non imparare un suono nuovo: la italiana |f|in luogo del th inglese sordo thanks e la italiana|d|in luogo del th inglese sonoro that. La differenza tra un suono sordo e uno sonoro dipende infine dalla posizione delle corde vocali quando il fiato passa per la laringe: se sono allineate il fiato non trova ostacolo ed esce un suono sordo (p, t, f..), se invece le corde vocali sono appostate il fiato trova un ostacolo e produce una vibrazione, cioè un suono sonoro (b, d, v…). Dunque, italiani che volete andare all’estero… andiamo tutti alla palestra di fonetica inglese e ci accorgeremo come il nostro inglese sarà sempre meno “italianizzato” e sempre più “British”!