Di Carmen Battaglia.

Laureata in Decorazione e specializzata in Grafica presso Accademia Di Belle Arti di Catania, esperienza di Cultore della Materia in Decorazione – Product Design e Grafico libero professionista.

Vi siete mai chiesti, guardandovi allo specchio, che aspetto avremmo senza la nostra pelle? C’è chi ha risposto a questa domanda facendo del corpo umano una mise en scène, reale e surreale al tempo stesso, per mostrarcelo come di solito non possiamo vederlo. Il medico tedesco e scienziato Gunther von Hagens scopre e mette a punto negli anni ottanta la plastinazione, una tecnica per preservare e prevenire il degrado del corpo umano dopo il decesso, tramite la sostituzione di liquidi con polimeri di silicone. La procedura, lunga e complessa, conserva così l’organismo nella sua forma e colore originali.

La sua idea è di fare una “spettacolarizzazione” del corpo umano, letteralmente mettendolo a nudo. Noi siamo un sistema complesso di ossa, tessuti, organi, tendini e arterie perfettamente sincronizzati e funzionanti, ma che succede quando la nostra macchina perfetta si danneggia? Le risposte ci sono tutte nella mostra itinerante “Body Worlds Vital” che nel mondo ha raggiunto milioni di visitatori e che attualmente si trova a Palermo all’Albergo delle Povere. I corpi di anonimi, donati alla scienza, entrano letteralmente a gamba tesa. Si tratta di cadaveri di uomini e donne, privati della pelle e cristallizzati mentre fanno sport, giocano a scacchi oppure assumono pose plastiche, come la contorsionista o la ballerina. La mostra, quindi, non espone modelli di corpi umani ma, veri corpi umani. Più di centocinquanta plastinazioni, tra cui corpi a figura intera e singoli organi, oltre all’interessante confronto comparato tra organi sani e organi affetti da patologie.

Si potrà capire, in maniera chiara e diretta, come sono collegate tra loro le ossa dello scheletro, dove sono posizionati gli organi all’interno del corpo umano e dove passa l’intricata rete dei vasi sanguigni mostrandone la complessità della rete capillare. La visione di questi corpi in posa, senza epidermide, dalle fibre muscolari rosse intense, bloccati nel tempo in azioni più o meno comuni, desta inizialmente inquietudine e shock ma durante il percorso ci si appassiona e si da spazio al lato curioso e analitico della mente. Lo spettatore viene sempre più coinvolto dalle informazioni dettagliate e minuziose e si guarda il corpo come un sofisticato contenitore tutto da scoprire. Ci s’interroga sia sulla rappresentazione che abbiamo del corpo, sia sul modo in cui lo percepiamo. Inoltre, si matura la consapevolezza, di ciò che non dovremmo fare al nostro corpo per non farlo ammalare. Le pose dinamiche e la plasticità dei corpi a figura intera, fanno pensare a modelli anatomici in posa o ai disegni degli atlanti medici, ma in realtà sono dei corpi veri, magicamente o piuttosto scientificamente, preservati dal degrado del tempo. Ecco ai vostri occhi una galleria di corpi umani, uomini e donne, che hanno perso la loro individualità, il loro nome e la loro stessa memoria, ma rimarranno eterni.