“La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza!” così cita uno degli slogan più famosi nella terribile società del futuro descritta dal grande George Orwell nella sua opera geniale “1984”.  Si tratta di una società in cui l’intelligenza critica è considerata il peggiore dei crimini, poiché la libertà di pensiero genera la possibilità di una alternativa e quindi di una opposizione politica, che non è contemplata in un sistema totalitario. Sono diverse le strategie messe in campo dal Grande Fratello (il Potere) per controllare e manipolare i cittadini sia fisicamente che psicologicamente e tra queste vi è il “Double Thinking” (il doppio pensiero), che mira ad accettare tutto e il contrario di tutto al fine di annullare la capacità critica dei cittadini, come lo slogan sopra riportato dimostra. Quando Orwell scrisse quest’opera non credeva certo alla realizzazione futura di una società tanto terribile, l’opera è infatti definita “distopica” proprio perché descrive una realtà tanto orrenda da non potere essere reale; ma proprio come il suo contrario, cioè l’utopia, è una realtà tanto positiva e perfetta da non potere esistere ma verso la quale dobbiamo tendere per migliorarci, la distopia è tanto terribile da doverne fuggire per evitare di peggiorarci. Il grande profeta inglese scrisse quest’opera quindi, per avvertire in merito ai rischi a cui certi meccanismi messi in atto dalle dittature del tempo potevano portare, anche all’interno di sistemi non totalitari. L’intuizione dello scrittore inglese è stata in effetti profetica: per lui il più grande rischio a cui poteva andare incontro la società del futuro era proprio la distorsione della verità e quindi l’impossibilità per gli uomini di vedere e interpretare i fatti con i propri occhi e con la propria intelligenza. Non è un mistero che tante cose descritte da Orwell in “1984” si sono poi oggi in qualche modo realizzate, come la forza politica del linguaggio, il potere manipolativo dei media e della propaganda e quindi la distorsione dell’informazione per servire il potere economico e politico. Tutto ciò è quanto mai attuale oggi, ai tempi del corona virus, della quarantena, della limitazione della nostra libertà per potere tutelare la nostra salute. Oggi la mia è solo una riflessione su quanto abbiamo vissuto e stiamo vivendo: quante volte ci siamo sentiti prigionieri dentro le nostre case, quanti notiziari abbiamo ascoltato per capire a che punto fosse arrivato il contagio del virus, quanto tempo abbiamo passato sui social cercando di capire quale fosse la vera origine del virus e la vera causa della diffusione del contagio? Sono tutti interrogativi a cui oggi probabilmente non c’è una risposta unica, chiara e “oggettivamente vera”! Siamo vittime di un sistema in cui le fake news alterano i dati reali, in cui le parti politiche non sempre riescono a mantenere l’obiettività delle proprie opinioni perché anche in queste circostanze ahimè, si pensa a fare propaganda politica, in cui, a volte, il benessere economico risulta essere più importante della salute e quindi della stessa vita dei cittadini … forse la risposta ai nostri interrogativi la troviamo nelle parole di un grande della nostra letteratura italiana: ai posteri l’ardua sentenza!