Tutte le azioni di controllo o divieto della libera espressione prendono il nome di censura. Nel tempo i motivi che hanno spinto questo fenomeno furono diversi (di ordine politico, religioso o morale) e gli strumenti repressivi utilizzati furono vari: l’inquisizione, la distruzione fisica delle opere, ma anche, in tempi recenti, la censura online applicata dagli algoritmi dei social. Chi fu Daniele da Volterra? Nel 1565 la controriforma ha bisogno di qualcuno che copra “le vergogne” dei nudi raffigurati nella Cappella Sistina a Roma. Fu così commissionato questo lavoro ad un pittore che aveva lavorato a stretto contatto con lo stesso Michelangelo e l’ardua impresa gli valse il soprannome, rimasto nei secoli, di “Braghettone”. Nel 1866 Gustave Courbet sconvolge i benpensanti con un’opera che ad oggi ha sempre un fortissimo impatto visivo. La sua tela L’origine du monde rappresenta gli organi genitali di una donna che con un grande realismo e in posa lasciva si mostra allo spettatore. L’opera, dopo varie vicissitudini, nel 1995 fu esposta del Museo d’Orsay, ma sino ad allora il paradosso vuole che sia un’opera famosa ma poco vista. Recentemente però la censura si è ripresentata quando l’algoritmo di Facebook ha associato il quadro a un’immagine pornografica e quindi si affretta a rimuoverlo ogni qualvolta è postato anche in contesti seri o riferimenti culturali. A tal riguardo è tuttora oggetto di una causa giudiziaria la censura di Facebook ad un docente francese appassionato di arte moderna che ha visto bloccato il suo profilo proprio per aver utilizzato l’immagine del quadro per promuovere una mostra Parigina. La sentenza, basata sull’incapacità del social network di saper distinguere tra arte e pornografia, non è stata però soddisfacente per l’uomo che non ha ottenuto il rimborso richiesto, ma solo la riammissione dell’opera sul profilo social e che quindi persevererà per ottenere giustizia per le violazioni subite alla libertà di espressione. Egon Schiele vive la rappresentazione erotica come un naturale istinto carnale e i suoi soggetti raccontano l’intimità nascosta degli esseri umani in modo esplicito. Gli anni in cui vive, i primi del Novecento, sono per lui anni difficili segnati dalle accuse dei moralisti del tempo, ma ancora oggi le sue opere destano scandalo. Nel 2018 la città di Vienna per promuovere in Europa delle mostre dedicate al Pittore decise di distribuire dei manifesti dove protagoniste erano due opere: nudo maschile e ragazza con le calze arancioni. Londra gridò allo scandalo e non fu approvata neanche la proposta di pixelare i genitali. A quel punto la città di Vienna pensò di utilizzare la censura come strumento di riflessione. Si decise di mantenere le due opere ma di censurare le parti intime con un banner che recava la scritta “Sorry 100 years old but still daring today” cioè “scusate risalgono a 100 anni fa ma sono troppo audaci”. Questo messaggio fu così geniale e provocatorio da essere approvato da tutte le città tedesche. Questo paradosso racconta della grande apertura mentale dell’artista viennese, largamente in anticipo con i tempi, ma anche di un sotterraneo bigottismo che spesso s’insinua silente nella “modernità” della nosta società.

MIchelangelo-Daniele da Volterra, Giudizio Universale.
Gustave Courbert, l’origine du monde (censurata),1866
Egon Schiele, opere censurate, 2018

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