Così.

È così, mi sembra di poter dire, che accadono le cose: senza che tu lo voglia, senza poter dire o fare.

Così, un giorno ti capita di nascere.

Inizi ad osservare come si fa e impari a farlo: a volte bene, a volte male a volte boh.

Inizi a fare le domande ma sai già che troppe volte le risposte non arriveranno.

T’insegneranno ad amare secondo regole che spesso andranno strette.

Canterai e ballerai.

Verserai lacrime di gioia e di dolore.

Studierai cose che han fatto gli altri.

Lavorerai spesso senza entusiasmo.

Tradirai.

Aiuterai.

Mentirai.

Pregherai.

E tutte quelle cose di cui riempiamo gli attimi di questa vita.

D’un tratto il treno in corsa si fermerà e dovrai scendere.

T’accorgerai d’aver guardato poco dal finestrino quei panorami senza tempo.

Diciamoci la verità: nessuno di noi vive la propria vita convinto di agire per il meglio. Ci arrabattiamo alla meno peggio cercando di fare le scelte giuste. Anche coloro che ci appaiono così sicuri in realtà credo si stiano cimentando in un percorso da funamboli. Non ci sono certezze, non ci sono programmi che si realizzano così come li abbiamo formulati. Tutto questo può dare le vertigini e un profondo senso di incertezza e al contempo donarci una adrenalinica sensazione di avventura, di un percorso ignoto pieno di sorprese, ora piacevoli ora orribili.

Bisognerebbe non pensare affatto…

Ci avete fatto caso che le cose più importanti le facciamo d’impeto? E che le cose più belle le viviamo lasciando il mondo fuori da noi?

Il pensare ci rende schiavi del contingente che noi stessi creiamo, un gioco davvero perverso.

E forse l’unica chance che abbiamo è astrarre, trovare un distacco equilibrato.

Sarà anche questa un’illusione ma ci fa godere il viaggio quanto più possibile.

Forse dovremmo guardare la vita con un po’ più di distacco e come protagonisti di un romanzo di Jules Verne affrontare tutto con coraggio e con cuore bambino, scoprendo che non occorre avventurarsi nella fitta foresta amazzonica o attraversare candidi ghiacciai per vivere a pieno la propria vita.

A noi restano le parole di un grande uomo che ha ben compreso il senso della vita trovando così quello della fine.

“Morire è un’avventura nei profondi abissi dell’inconscio e del subconscio, un viaggio verso la più lontana delle supernove e, al contempo, verso il più profondo dei fondali marini.”

Piero Angela (22 dicembre 1928 – 13 agosto 2022).

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