Elizabeth, nome quanto mai in circolazione in queste settimane, dominate dalla dipartita della grande sovrana. Tanto si è detto e tanto si dirà ancora su questa grande donna che ha scritto un secolo di storia per il Regno Unito e in qualche modo per tutto il mondo. Sovrana forte, determinata e devota ai suoi doveri di regnante, Elizabeth II ha vissuto una lunga vita, sapendo affrontare con fermezza, diplomazia e umanità le difficoltà di un regno dall’eredità pesante e in un’epoca di transizione. Si è mantenuta fedele alla tradizione e ai protocolli di corte, ma allo stesso tempo si è saputa adeguare ai cambiamenti epocali, culturali e sociali, dei suoi tempi, mostrando una flessibilità camaleontica, senza perdere mai la sua autorevolezza e il rispetto del suo popolo. Non si sa perché, ma insieme alle sue antenate, la regina del XX/XXI secolo non ha lasciato il paese né il mondo intero indifferenti. Se diamo uno sguardo al passato infatti, ricorderemo come tutte le regine inglesi abbiano lasciato il segno, nel bene e nel male! Ricordiamo Mary I (1553), primogenita di Henry VIII fondatore della Chiesa Anglicana, che contro le scelte religioso-politiche del padre, cercò di riaffermare il cattolicesimo, perseguitando e mettendo al rogo centinaia di protestanti, guadagnandosi infatti il nome di “Bloody Mary” (Mary la sanguinaria). La furente regina fu alla sua morte succeduta dalla sorella Elizabeth I (1558), contrastata nella sua ascesa al trono perché vista come la figlia “bastarda” di Henry VIII. Era nata infatti, dalla relazione del padre con la cortigiana Anne Boleyn, per la quale il re ruppe con la chiesa cattolica che non ammetteva il divorzio dalla prima moglie, fondando per l’appunto una nuova chiesa. In realtà la regina Elizabeth I si rivelò una straordinaria sovrana: protestante come il padre, fu amatissima dal popolo inglese, delle cui necessità, ambizioni e aspirazioni seppe farsi interprete, facendo decollare il paese dal punto di vista economico, politico e culturale. La regina amata non lasciò eredi diretti al trono, rinunciando alla sua vita sentimentale tutta rivolta all’amore per il suo popolo. La successione passò quindi al figlio della cugina Mary Stuart di Scozia, con il quale si inaugurò una nuova dinastia. Facendo un salto in avanti arriviamo ad un’altra grande regnante inglese, ovvero Mary II (1689), sposa di William of Orange, con il quale fondò una monarchia moderata, gettando le basi dell’attuale monarchia costituzionale. I monarchi capirono infatti come i tempi richiedessero un governo che fosse anche espressione del popolo e accettarono la collaborazione del parlamento, ufficializzata dal Bill of Rights (1689). I monarchi, senza figli, furono succeduti dalla sorella di Mary, Anne I (1702), sotto la quale avvenne un altro grande evento: the Act of Union (1707). Esso sanciva ufficialmente l’unione del Parlamento scozzese con quello inglese, provocando nel tempo il malcontento degli scozzesi che da quel momento manterranno sempre un atteggiamento di “ribellione” cercando di affermare la propria identità culturale in ogni occasione, come si respira tutt’oggi visitando la Scozia nei suoi usi e costumi. Dobbiamo arrivare al primo Ottocento per vedere una nuova donna al timone britannico: la regina Vittoria (1837). Giovanissima monarca quando salì al trono e anche lei longeva, caratterizzò la storia di un intero secolo, affermando il potere britannico in politica internazionale, potere espresso dal portentoso impero britannico, iniziato con Elizabeth I e che raggiunse dimensioni mondiali proprio durante l’epoca vittoriana. Il grande e secolare impero britannico si disgregò dopo la Seconda Guerra Mondiale, ma restò in qualche modo in vita nelle nuove vesti di “British Commonwealth”, associazione libera economica tra il Regno Unito e le ex- colonie britanniche. Proprio nelle relazioni con il Commonwealth la regina Elizabeth II si è distinta durante il suo regno portando pace, stabilità e serenità, attraverso una comunione di coordinate sociali ed economiche per tutti i paesi membri. 

Copyright ©️ 2020-2030, “Spazi Esclusi” – Tutti i diritti riservati.