Quale modo migliore per ammirare la bellezza del mondo marino se non quello di tuffarsi in un’indimenticabile immersione subacquea avvolti da una nuvola blu che ci accoglie senza nessuna resistenza e ci dona sensazioni uniche? Lentamente il regno del silenzio ci travolge, tutti i rumori scompaiono, l’unico suono è quello del nostro respiro accompagnato dalla bolle che emettiamo dal nostro erogatore e ci accompagneranno per tutto il nostro viaggio. Il nostro corpo diventa leggero, si rilassa, iniziamo a volare e godere dei doni che il mare ci regalerà. Quante volte però abbiamo l’impressione di vedere poco o nulla solo perché non ci imbattiamo in banchi di pesci, ma basta osservare, e non fermarsi a guardare, per vivere un’infinità di emozioni. I primi metri d’acqua sono la zona del mesolitorale, ovvero quella parte di costa interessata dalle escursioni di marea. In Mediterraneo non si hanno grosse variazioni, i valori oscillano dai 20-30 cm, fino ad un massimo di 1,5-1,8 metri a seconda delle zone in cui ci troviamo. Qui vivono tutti quegli organismi che riescono a sopportare periodi più o meno lunghi di emersione. Tra questi si trova l’Attinia equina chiamata, per il suo aspetto, pomodoro di mare. È un polipo solitario di colore rosso vivo con tentacoli urticanti che vive attaccato alla roccia. La nostra immersione diventa più interessante non appena raggiungiamo la zona dell’infralitorale che si estende da zero a circa cinquanta metri di profondità, è qui che trascorreremo gran parte del nostro tempo per ammirare la ricchezza di vita che popola il nostro mare. Il suo limite inferiore è dato dalla capacità di penetrazione della luce, quindi dalla presenza di alghe fotofile e della prateria di Posidonia oceanica. La varietà di colori e di vita è data dalla esistenza della maggior parte dei gruppi di organismi dai più semplici ai più evoluti. Le spugne incrostanti ricoprono le rocce trasformandole nella tavolozza di un pittore. Nelle zone ombreggiate e tra gli anfratti, le pareti di color arancio-giallo sono tappezzate dagli Astroides calycularis e da Parazoanthos axinellae, piccoli polipi coloniali appartenenti come le meduse agli Cnidari. Non mancherà l’incontro con l’intelligente polpo, Octopus vulgaris, ben mimetizzato nella sua tana ricoperta da conchiglie e sassi ma sempre pronto a giocherellare con noi prima di schizzare via velocemente. E che dire del bizzarro paguro Bernando l’eremita, Dardanus calidus, sempre pronto a fuggire qua e là, con la sua fedele arma di difesa l’attinia Calliactis parasitica ben posizionata sopra la conchiglia utilizzata come casa. Spostandoci più in profondità ammireremo le splendide gorgonie ovvero i ventagli di mare dalle colorazioni vivaci come la rossa Paramunicea clavata o la gialla Eunicella cavolini. Fra tanta bellezza, se non vogliamo rovinarci la nostra immersione, dobbiamo fare attenzione ad uno spiacevole incontro quello con il vermocane, Ermodice carunculata, un polichete dalle setole molto urticanti. Non tutti i vermi marini sono pericolosi, ad esempio la Sabella spallanzani è un bellissimo spirografo che attrae la nostra attenzione per la sua corona di tentacoli aperta, ma pronta a chiudersi al primo stimolo. Se siamo fortunati potremmo concludere il nostro viaggio con un incontro non molto comune, quello con il Cerianthus membranaceus, un polipo solitario dai lunghi tentacoli bianco-viola o verdi-marroni che vive in profondità poggiato sul fondo.

Actinia equina
Spugne
Astroides calyculari
Octopus vulgaris
Paramunicea clavata
Hermodice carunculata
Sabella spallanzani
Cerianthus membranaceus

Foto di Alessia Condorelli

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