Alla Conferenza delle Nazioni Unite sulla COP15 tenutasi a Montréal in Canada nel dicembre 2022, si è raggiunto l’obiettivo di ripristinare e proteggere, attraverso la creazione di aree protette, il 30% delle superfici terrestri, costiere e marine entro il 2030. Altro passo storico per la protezione degli oceani, avvenuto nel marzo di quest’anno, è stato l’accordo raggiunto dagli Stati membri delle Nazioni Unite, dopo anni di negoziati, per la tutela dell’Alto mare. Ovvero, di quella parte di mare che si trova al di là della Zona Economica Esclusiva (ZEE) nazionale – oltre le 200 miglia nautiche della costa, se gli Stati hanno dichiarato la ZEE –  che spesso risulta terra di nessuno. Quando si pensa alla protezione degli oceani, si è spinti da motivazioni sempre legate a tematiche di carattere scientifico come i cambiamenti climatici. Questo ha senz’altro una grande importanza, ma la loro valorizzazione e tutela ci riguarda anche da un punto di vista ludico infatti il mare da sempre ci regala benessere psico-fisico. La maggior parte delle persone ama il mare, per molti è solo sinonimo di vacanze, ma per altri, che lo vivono tutto l’anno, assume un significato simbolico più profondo. Sono svariate le motivazioni per le quali ci si avvicina e si vive questo immenso spazio. C’è chi lo ammira da fuori senza entrarci a contatto, chi si ferma sulla sua superficie navigando le sue acque e chi infine oltrepassa ogni limite andando oltre immergendosi nelle sue profondità e fondendosi con esso. Quale sia il modo di viverlo, tutti almeno una volta durante la loro vita si sono rivolti alla vastità del suo blu per rincuorarsi, rilassarsi o trovare risposte alle proprie domande. Il suo infinito orizzonte con i suoi colori ci regala emozioni e sentimenti unici, sensazioni difficili da spiegare ed interpretare ma che donano un senso di libertà che ci permette di raggiungere quella pace e serenità che tutti cerchiamo. Al giorno d’oggi diversi studi hanno dimostrato che tutti gli ambienti acquatici, laghi, fiumi e mari influenzano positivamente la salute del nostro corpo e cervello. È stato osservato che a contatto con il mare il fisico produce delle risposte fisiologiche come il rilascio di endorfine e l’abbassamento dei livelli di cortisolo. Tutti i nostri sensi, l’udito, il tatto, il gusto, l’olfatto e la vista vengono stimolati positivamente. Il rumore delle onde sia pacato che tempestoso da sempre stimola la meditazione, per questo spesso viene ricercato dentro le conchiglie. Passeggiare scalzi lungo la battigia e sentire, attraverso i nostri passi, il contatto con la sabbia o la ghiaia regala sempre piacevoli sensazioni. Quante volte gustando del pesce si percepisce quella gradevole sensazione di assaporare il gusto del mare. L’odore della salsedine e delle alghe essiccate dal sole sugli scogli, così come la vista delle mille sfumature di blu che il mare assume nel corso della giornata, in base alle stagioni e alla profondità determinano nel nostro cervello un senso di benessere. Quest’ultimo provoca uno stato di rilassamento e calma che favorisce la produzione di neurotrasmettitori come la serotonina e dopamina, il tutto a favore della nostra felicità. Bisogna imparare a considerare il mare anche come un bene naturale di cui poter godere, facente parte della nostra società.

Foto di Alessia Condorelli

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