L'informazione fuori dalle righe

Passato, presente e futuro di una vocazione letteraria.

Tre domande a Barbara Giuliano, redattrice di Spazi Esclusi (cura la rubrica “Passeggiando con…) adesso autrice del romanzo “Polvere e Vento”, sua seconda opera letteraria.

Com’è nata l’idea del libro?

In realtà “Polvere e Vento” nasce da una “costola” del mio primo romanzo breve del 2019 “Cose dell’altro mondo”. La coprotagonista aveva ancora molto da dire, ha voluto farmi vedere di più e così, come se si fosse rotto un argine, la sua storia ha iniziato a fluire. Non nascondo che, una volta terminato il racconto, mi sentivo talmente dentro i luoghi di quell’altrove che ne sono uscita a fatica. I miei personaggi li immagino ancora lì a continuare quella vita che gli ho cucito addosso o che forse mi hanno solo suggerito.

Perché pubblicare oggi?

In un mondo che va sempre più veloce stiamo perdendo il senso del tempo, acronimi e inglesismi ci stanno facendo abbandonare la voglia di giocare con le parole, di dare valore al lessico a tutt’oggi sempre più povero. Senza leggere non si riesce a parlare e se non si sa parlare non si riesce a dar forma alle proprie idee. Un editore che crede in te apre quel cassetto dove le pagine non è giusto che rimangano a sonnecchiare. Una bella storia a volte lancia una cima che potrebbe tirare fuori da questo pericoloso vuoto chi non si è ancora accostato alla lettura.

Quale eredità vuole consegnare ai lettori futuri attraverso “Polvere e Vento”?

“Polvere e Vento” è la storia di tante storie. Ognuno affronta a proprio modo i momenti più duri. Fragilità e paure fanno parte di noi e prima di giudicare qualcuno dovremmo accompagnarlo per un po’ vestendone i panni. Empatia, ecco, credo sia questa la parola giusta. Impariamo ad essere empatici e non lasciamo che, insieme al lessico, si perda anche questa qualità.

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