Artista è colui che opera nel campo dell’arte come creatore o interprete. Questo significato generico include una serie di “specialità” ma dietro un grande talento ci sono delle caratteristiche personali uniche. Avere un alto grado di sensibilità e saper guardare oltre la realtà oggettiva delle cose sono caratteristiche eccezionali che fanno spesso di questi personaggi dei borderline o delle personalità bizzarre ma “geniali”. Vite eccellenti o disperate, ricche o misere, osannate o bistrattate ma animate da un personale “demone” interiore che li chiama a compiere la propria missione. Biografie di vite vissute con quale fine? I pretesti da cui partire sono vari e spesso sono legati al momento storico in cui vivono gli autori. L’ingenuo uomo del paleolitico esorcizza, attraverso i suoi graffiti rupestri, le sue e le altrui paure primordiali ma ci lascia così un segno del suo passaggio e del suo sentire. Prendiamo l’esempio dell’arte sacra dove ad artisti come Giotto è dato l’onere e l’onore di raccontare, attraverso le immagini, le sacre scritture a chi non sa leggere e scrivere. Lo fa con un linguaggio immediato e diretto perché la sua missione è farsi comprendere da tutti i fedeli e divulgare la parola di Dio. Qualcuno l’arte la usa per trovare una cura al suo disaggio mentale. Van Gogh è consapevole di vivere una vita “in bilico” tra razionalità e follia. Farsi rinchiudere in un manicomio non è bastato e affida ai suoi pennelli il compito di rappresentare se stesso in 37 autoritratti. Questa sua ossessione è un modo per raccontare e “raccontarsi” i progressi e i periodi bui in una produzione febbrile che non lo salverà però dal suo ultimo gesto estremo. Oggi l’arte ha lo scopo di farci riflettere come nelle opere “misplaced” (fuori luogo) di Angelo Accardi esponente contemporaneo del pop surrealism. Con l’opera “Fuck” l’artista ci presenta una scultura gigante e destabilizzante, composta dalle lettere del titolo, collocata in un contesto inusuale (come nel parco di Villa Bonanno a Palermo). L’idea è di dare ai cittadini un punto di fuga dal quotidiano, un urlo provocatorio che li allontani dalle negatività degli eventi che stanno caratterizzando questi anni socialmente difficili. Rabbia, ribellione, dolore quest’opera vuole essere un “detonatore” e un grido universale alle ingiustizie e le contraddizioni che stanno attraversando e funestando le nostre vite.

Foto di copertina di Carmen Battaglia

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