Ogni anno nella nostra vita si ripetono degli appuntamenti che, anche se non piacevoli, non dovrebbe mancare, uno di questi è quello con l’igienista dentale. La salute dei nostri denti, anche se spesso sottovalutata, è molto importante e se non controllata può portare a spiacevoli inconvenienti. Gli abitanti del mondo animale generalmente sono più fortunati, infatti, i loro problemi dentali sono molto irrisori, sia per cause genetiche che alimentari. Nonostante questo, nel bizzarro ed affascinante mondo marino, vivono animaletti che svolgono, ugualmente, il ruolo di veri e propri igienisti dentali. Navigando in rete non è raro imbattersi in video ed immagini amatoriali che ritraggono i pesci durante una delle loro “sedute di igiene orale” in vere e proprie stazioni di pulizia. I gamberetti pulitori sono bravissimi igienisti dentali, instaurano con i pesci una simbiosi mutualistica molto comune e facilmente osservabile. Il piccolo crostaceo si avvicina al pesce di turno, il quale lo aspetta immobile con la bocca aperta, pronto ad ospitarlo. A questo punto, l’igienista inizia il suo lavoro di pulizia, andando a ripulire i denti da residui di cibo, tessuti molli e parassiti così da evitare eventuali infezioni o fastidi. Al contrario, per il gamberetto, tutto ciò rappresenta una fonte di cibo di cui deliziarsi. Alcune volte il lavoro dell’igienista è così scrupoloso che non si limita alla bocca ma si estende ad altre parti del corpo come le branchie. Spesso si incontrano murene dall’ aspetto minaccioso con la bocca aperta al cui interno si muovono piccoli gambetti impegnati a svolgere una minuziosa pulizia. Questi ultimi non sono incoscienti o avventati nel svolgere il loro lavoro, come potremmo pensare, perché in realtà rispondono ad avvisi ben precisi che il pesce gli invia. Diversi studi hanno confermato che esiste un codice segreto fatto di segnali visivi tra le due specie, ciò permette loro di comunicare in modo chiaro e diretto al fine di svolgere questa attività, in assoluta sicurezza e tranquillità per entrambi. Il tutto si può tradurre nella frase “sono qui, puoi iniziare il tuo lavoro di pulizia, non ti mangio”. Tutto inizia con l’arrivo del pesce nella stazione di pulizia, dove si mette in posa come per uno scatto fotografico, il gamberetto inizia la comunicazione muovendo le sue lunghe e flessibili antenne, a sua volta il pesce aumenta la sua colorazione e scurisce il tessuto in modo da essere più visibile per il gamberetto e disponibile alla pulizia. Non solo i gambetti sono bravi igienisti ma anche piccoli pesciolini appartenenti alla famiglia dei Labridi ripuliscono molti pesci delle barriere coralline. I labridi comunicano le loro amichevoli intenzioni, nuotano lentamente verso il loro paziente ed eseguono una sorta di danza con le pettorali abbassando la parte posteriore del corpo. Il labride ripulisce attentamente varie parti del corpo come fianchi, pinne, branchie, e denti. Continua il suo lavoro fino a quando l’ospite non comincia a dare segni di irrequietezza o quando il suo lavoro è stato ultimato. Anche i pazienti assumono dei comportamenti particolari cadendo in una sorta di trance con il respiro che rallenta. A volte, assumono tipiche posizioni girati su un fianco o verticali, con bocca e opercoli ben aperti. Da alcuni studi è emerso che molti degli individui delle specie stanziali si fanno ripulire solo da un ben determinato labride e quando questo scompare, trascorre un po’ di tempo prima che acconsentano ad un nuovo pulitore di eseguire il lavoro.
Foto di Alessia Condorelli
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Sono Alessia, laureata in Scienze Biologiche indirizzo Biologia Marina presso l’Università degli Studi di Catania e da sempre affascinata dall’ambiente marino. Crescendo è diventato parte fondamentale della mia vita come le immersioni subacquee che mi hanno permesso di ammirare dal vivo le meraviglie che popolano questo mondo. Purtroppo oggi questo ambiente è fortemente minacciato da noi stessi, da qui l’idea di trasmettere una maggiore conoscenza del “Pianeta Blu” che ci permetta di viverlo e rispettarlo con maggiore coscienza.
