È lontano il tempo in cui
un fiore fra i capelli
portava sogni ad occhi aperti.
Lontani i giorni delle risate semplici
e dei gran pianti.
Quel viso intriso di una fresca gioventù
adesso porta scritto il tuo vissuto
in ogni ruga ma dentro…
dentro sei ancora china
a coglier quella margherita,
sei ancora quella
che sorrideva al mondo.
La vita ci abitua a grandi discordanze che raggiungono incredibilmente un punto di equilibrio. Succede in musica ad esempio con una combinazione di due o più suoni non in armonia tra loro che finiscono per produrne uno strano e fastidioso che esprime un sentimento, un’intenzione di rottura, di mutazione. Anche in letteratura troviamo la dissonanza, usata come elemento di rottura di armonie precostituite. Essa diventa quindi quasi una necessità quando l’arte vuole esprimere una frattura ideologica con il passato.
Esempio eccelso è stato Pirandello: nel parlare dell’ironia la definiva “l’arte della dissonanza”. I suoi personaggi sono raccontati nelle loro più aspre contraddizioni, psicologiche, fisiche, caratteriali e la chiave ironica aiuta a mettere in luce l’incongruenza fra ciò che sono interiormente e ciò che appaiono al mondo.
Perché la vita è essa stessa una dissonanza: vivere, crescere, invecchiare sono fasi della vita che tutti conosciamo per esperienza diretta e di cui sappiamo praticamente tutto. Succede questo, quello e quest’altro. Eppure…
Questo “eppure” fa un gran bel rumore. Ora che ho percorso più della metà della vita media prevista vivo con stupore quella sensazione di cui ho tanto sentito parlare: quel ragionare giovane con un corpo in decadenza. Lo trovo incongruente perché tutte le nostre cellule invecchiano, tutte, nessuna esclusa. E allora perché pensiamo per tutta la vita come se avessimo vent’anni? Quale la parte che non invecchia? È intangibile? Bisogna dunque ammettere che esiste una parte eterna? Di tutte le dissonanze di cui è costellata la vita questa è forse la più affascinante e comune a tutti da sempre.
Una cosa la so per certo oggi: che di risposte non ne ho e che tutto questo rimuginare è un gioco capzioso della mente, e forse la vita va presa per la commedia che è, e vissuta con ironia.
Lo stesso Pirandello, sottolineando come l’ironia nasca dal sentire dissonanza tra ciò che si percepisce e ciò che accade realmente, diceva “Il comico è appunto un avvertimento del contrario.”
Accettiamo dunque col sorriso di non saper spiegare ciò che la mente crea.
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Sono Marina, dipingo su porcellana e mi dedico all’insegnamento di quest’arte. Cerco di trasmettere l’amore per il bello e per tutte le forme d’arte, da sempre linfa vitale che alimenta un viaggio nel mio io più profondo. La notte il viaggio si trasforma in parole che corrono veloci: i miei pensieri prendono vita e divengono pensieri di tutti.
Lori
20 Agosto 2025 — 12:40
Grazie Marina.
Grazie per le tue riflessioni, i tuoi pensieri che ci accomunano