Come un sentiero da percorrere a passi veloci, il libro si biforca in due direzioni di viaggio: la retorica come persuasione e la retorica come vaccino. La protagonista resta lei, l’Arte degli antichi pensatori ancora pervasivamente presente nelle nostre giornate, ramificata e non vista, arma che subiamo se non siamo in grado di sfoderare. Conviene allora conoscerla, sembra suggerire l’autrice, attraverso una carrellata di esempi, aneddoti e strategie pratiche, interessanti e semplici da apprendere. Una lettura agile, ironica, perfetta per chi intende migliorare le proprie competenze comunicative in ogni ambito della propria vita.     

Materia del passato o strumento indispensabile nello scenario attuale? Forse entrambi, così come serietà e ironia, teoria e prassi si completano in un orizzonte ben delineato e convincente all’interno dell’opera di Flavia Trupia, pubblicata da Piemme nel gennaio 2024. L’arte dell’eloquio efficace e persuasivo, che affonda le sue radici nell’antica Grecia, si presenta alla nostra attenzione oggi in mille ambiti e con diverse derive: public speaking, fake news, linguaggio pubblicitario, propaganda politica. A ben vedere Inventio, Dispositio, Elocutio, Memoria e Actio restano le sue colonne portanti, e costruire i nostri discorsi su fondamenta solide conviene in ogni situazione e tempo storico: per questo l’autrice li ripercorre come i cinque scalini in grado di condurci in alto, espugnare la cima ed elevarci agli occhi dell’auditorio. Così procediamo, pagina dopo pagina, tra un sorriso e una riflessione, nell’esplorazione di una disciplina che illude e inganna, aiuta e permette, nella misura in cui siamo in grado di conoscerla e gestirla in funzione dei nostri scopi; la consapevolezza risulta dunque quel fattore in grado di fare la differenza tra il buon retore e l’oratore inefficace. L’autrice passando in rassegna casi particolari ed esempi istruttivi smantella poi una serie di luoghi comuni ancora resistenti nella nostra società, l’idea ad esempio che la spontaneità sia un incipit, invece, ci svela, è un esito non garantito, il faticoso target di chi con pazienza e determinazione non lascia nulla al caso. “Il bravo oratore è quello che prepara il discorso, non quello che improvvisa – la spontaneità è un punto d’arrivo.” Non sempre questo vale nella vita, terreno in cui accadimenti e meriti non sembrano seguire percorsi razionali, ma sicuramente sempre vale sul palco: improvvisare non è segno di spontaneità.  Lo scenario attuale è complesso, il libro intende raccoglierne le sfide, usando pienamente le lezioni del passato. Da metodo analitico proprio per rafforzare, superare limiti, imporre le proprie posizioni tende a diventare oggi, se ben utilizzato, lo scudo in grado di difenderci dalle manipolazioni linguistiche.

Viva la retorica sempre! Il superpotere della parola di Flavia Trupia.

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